Nasce AGIC, per rappresentare il settore del gioco che verrà

Il settore del gioco pubblico legale in Italia ha una nuova associazione di riferimento. Si chiama AGIC, riunisce 4 big come Lottomatica, IGT, Sisal e Snaitech e punta a un proficuo dialogo con le istituzioni.

Nasce AGIC, per dar voce ai concessionari di gioco

Fiches e carte, logo Lottomatica, IGT, Sisal e Snaitech

AGIC riunisce 4 big del gioco pubblico italiano

L’unione fa la forza, si dice. Ma quando si riuniscono 4 soggetti che forti lo sono già, allora l’unione fa probabilmente la “stra-forza”. Lo scopriremo nel prossimo futuro, ma le premesse di AGIC dicono che siamo probabilmente di fronte a una proficua attività di lobby. Ci siamo abituati a intendere questo termine – lobby – in senso dispregiativo, ma le cose non stanno così.

L’attività di lobby avviene quando un gruppo di soggetti con i medesimi interessi si muovono per tutelarli, e non c’è nulla di male o di sbagliato in tutto questo. Anzi, il fatto che i membri fondatori di AGIC siano i 4 principali soggetti del mercato italiano del gioco pubblico, può essere un fattore di crescita per la stessa industria.

AGIC, il cui acronimo sta per Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione, riunisce quattro big del gaming italiano come International Game Technology (IGT), Lottomatica, Sisal Italia e Snaitech. Parliamo di quattro soggetti che, insieme, rappresentano circa il 70% del mercato del gioco legale italiano. Insieme, i 4 gruppi danno lavoro a 6600 persone e dispongono di una rete complessiva di 70mila punti vendita.

Perché AGIC è quasi una strada obbligata

Ne avrete letto di recente, e comunque lo si capisce già sentendo dei probabili prezzi per le nuove concessioni per il gioco online, che da 250.000€ passeranno quasi certamente a 7 milioni di euro. L’intenzione, più o meno palese, del Governo Meloni, è pertanto quella di mantenere pressoché inalterati i livelli di gettito fiscale dal settore del gioco pubblico, ma in uno scenario diverso.

Dovremo infatti dimenticarci lo scenario attuale, con oltre 80 titolari di concessioni di gioco. L’esecutivo e, più in generale, la politica e Agenzia Dogane e Monopoli che è il soggetto incaricato di governare questa industria, vogliono tagliare in maniera decisa sul numero di concessionari, riducendolo a un massimo di 15-20 – e magari anche meno. In altre parole, il futuro del gaming in Italia sarà probabilmente un oligopolio.

Con queste premesse, la decisione di quattro grandi soggetti che coprono oltre due terzi di market share di unirsi per dialogare con politica e istituzioni va accolta con favore, o quantomeno con fiducia. Oltretutto, fin dalla sua fondazione AGIC aderisce a Confindustria nazionale, e si prefigge l’obiettivo di garantire una concreta e professionale rappresentanza del settore all’insegna di legalità, sicurezza e responsabilità.

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