Il calcio brasiliano unito: no al divieto di sponsor da scommesse

Non accade spesso, che le società brasiliane di calcio si mostrino tutte compatte. Stavolta è davvero così, e a unire i 34 club c’è la protesta contro il divieto di sponsorizzazioni da aziende di scommesse.

Il calcio brasiliano in rivolta contro il “38-U”

Calciatore in azione, bandiera Brasile

Il calcio brasiliano in rivolta contro il divieto di sponsor di gioco

Tre caratteri, due lettere e un numero: 38-U. Sembra una sigla da battaglia navale, invece è l’identificativo di un emendamento che sta mandando in tilt il calcio in Brasile. Praticamente tutti i principali club si sono uniti in un coro di protesta, chiedendo al Senato di non approvare l’emendamento “38-U”, che stabilisce il divieto di stipulare sponsorizzazioni con aziende del settore scommesse.

L’emendamento, proposto dal Senatore Eduardo Girão e appoggiato dal comitato olimpico brasiliano, chiede che a squadre, atleti, ex atleti, arbitri e membri a vario titolo di federazioni sportive di ogni sorta, comprese federazioni collegate agli sport e comitati olimpici, venga vietato di stipulare accordi di sponsorship con aziende legate al settore delle scommesse sportive e del gambling in generale.

Oltretutto l’emendamento non si ferma a questo divieto, poiché include anche restrizioni su trasmissioni sportive e pubblicità sui social media, da parte di aziende del settore delle scommesse sportive in particolare, in orari specifici. In sostanza, sarebbero consentiti soltanto dalla mezzanotte alle 6 del mattino. In più, verrebbe bannata anche qualsiasi tipo di visibilità all’interno di stadi e impianti sportivi.

Brasile: il mercato più atteso parte male

Effettivamente, l’emendamento sembra andare in controtendenza con la recentissima legalizzazione delle scommesse sportive in Brasile, avvenuta nello scorso agosto. Come se ciò non bastasse, restrizioni di questo genere rischiano di danneggiare il presidente Luiz Inácio Lula da Silva e il suo ambizioso programma economico e fiscale, che prevede innalzamento di salari minimi e tagli delle tasse per i redditi più bassi.

Per questo tipo di politiche servono tanti soldi, e infatti era stata questa la molla che aveva spinto verso la legalizzazione del betting in Brasile, con conseguente creazione di uno dei mercati legali più grandi al mondo. L’emendamento del Senatore Girão rischia di mandare tutto all’aria, e non è un caso che la protesta abbia unito tutti i principali club, solitamente non proprio coesi.

In totale sono 34 le società, appartenenti sia alla Libra (Brazilian Football League, sia alla LFU (Liga Forte União), che si sono opposti. Le ragioni sono comprensibili: su 40 club di Serie A e B, 39 hanno già contratti in essere, e rinunciarci comporterebbe un danno economico significativo a tutti i livelli, oltre al rischio di costosi contenziosi legali.

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