eSports, per UKGC gli acquisti di contenuti non sono gambling

La Gambling Commission del Regno Unito si è finalmente espressa sui “loot box”, contenuti acquistabili all’interno degli eSports, e ha stabilito che non vanno considerati gioco d’azzardo. La vigilanza sul prodotto rimane però alta.

eSports, cosa sono i “loot box”

Un giocatore di eSports visto di spalle

La Gambling Commission non considera gli acquisti interni agli eSports come gambling

I “loot box”, detti anche bottini, sono dei contenuti acquistabili all’interno di eSports come FIFA, CS:GO, Overwatch, Star Wars Battlefront II grazie a microtransazioni di soldi veri o virtuali. Queste “scatole” o “forzieri” virtuali contengono codici che permettono di potenziale il proprio profilo di gioco o migliorare l’avatar da un punto di vista estetico.

Da un paio d’anni sono al centro dell’attenzione di addetti ai lavori e appassionati, vista anche la crescita esponenziale di giocatori di eSports, e i loro ruolo risulta quanto meno controverso. Perché? È presto spiegato: chi acquista questi box lo fa, letteralmente, a scatola chiusa. Secondo alcuni studi questo meccanismo genererebbe una sorta di dipendenza psicologica che potrebbe essere assimilata al gioco d’azzardo.

UKGC: i “loot box” non sono equiparabili al gambling

L’argomento è ancora più delicato perché spesso i fruitori degli eSports sono giovani e giovanissimi e tale meccanismo potrebbe avere una presa sulla psiche tale, secondo alcuni pareri, da incoraggiare e porre le basi per la dipendenza da gioco d’azzardo. Non secondo la Gambling Commission, che in una storica recente sentenza ha stabilito che non è possibile equiparare i loot box al gambling. Il regolatore britannico ha preso atto della mancanza di chiarezza nel modo in cui questi prodotti possono venire monetizzati e del fatto che questi forzieri virtuali contengono comunque sempre un premio e che quindi di vero e proprio azzardo non si può parlare.

Tuttavia, il meccanismo di dipendenza dei loot box resta sotto stretta sorveglianza, ha fatto sapere la Gambling Commission per voce del suo CEO Neil McArthur, così come gli store virtuali dove è possibile acquistarli. A differenza del Regno Unito, in alcuni paesi questo genere di contenuti è stato già da tempo proibito, come nel caso del Belgio. Anche la Netherland Gaming Authority si è espressa negativamente sui loot box proibendo la loro vendita in Olanda a partire dal mese di giugno. Anche in alcuni Stati USA la questione è molto dibattuta ed è probabile che si arrivi ad un divieto a macchia di leopardo.

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