Non solo ultras: le tifoserie di calcio più progressiste d’Europa

Croci celtiche e svastiche, buu razzisti e messaggi antisemiti: spesso le curve degli stadi di calcio in Europa sono dei ricettacoli della peggiore estrema destra. Ma c’è anche dell’altro, con tifoserie progressiste e di sinistra: ecco le più famose.

Dal St Pauli al Livorno

Sede a St Pauli, nel quartiere a luci rosse di Amburgo, questo club è stato il primo in Germania a vietare ufficialmente qualsiasi manifestazione di tifo legata all’estrema destra nel proprio stadio. Le posizioni contro il nazionalismo di questo club sono così forti da aver lanciato, nel tempo, più di una campagna a favore, ad esempio, dei rifugiati in Germania, così come contro ogni razzismo.

Quando la Germania, nel 2006, ospitò la Coppa del Mondo, poi vinta dall’Italia, il St Pauli, nella sua ottica di universalismo estremo, organizzò una competizione parallela a cui parteciparono, fra gli altri, le squadre di Tibet, Groenlandia e Cipro del Nord, stati che ancora oggi non sono ufficialmente riconosciuti. Ovunque sui muri del Millerntor-Stadion, la casa del St Pauli, si trovano murales contro il sessismo, l’omofobia e il razzismo, mentre sono, purtroppo, all’ordine del giorno in Bundesliga, le battaglie fra i tifosi di Amburgo e ultras neonazisti in giro per la Germania.

Curva di uno stadio

Le curve più progressiste d’Europa

In Italia, bisogna certamente menzionare il Livorno, oggi in Serie D, quando si parla di tifoserie di sinistra. Già ai tempi di Benito Mussolini gli ultras della città toscana dovettero subire numerose angherie, mentre sono costanti, oggi, gli scontri con i tifosi di Lazio e Verona, gruppi di tifo organizzati noti per le loro posizioni di estrema destra. È un classico, nella curva del Livorno, il canto Bella Ciao, mentre sventolano le bandiere con raffigurato il viso di Ernesto Che Guevara.

Posizioni progressiste anche per la cosiddetta Brigata Verde dei Celtic di Glasgow, che si definisce come “un ampio fronte di sostenitori antifascisti, antirazzisti e antisettari”. Il club scozzese, di tradizione cattolica, ha una lunga storia di sostegno al movimento nazionalista irlandese contro l’imperialismo britannico.

In Israele è l’Hapoel Tel Aviv il club che difende strenuamente la sua posizione contro i gruppi del tifo organizzato di estrema destra. Sugli spalti si vedono molto spesso bandiere rosse con le effigie di Gandhi e Carlo Marx, senza dimenticare che lo stemma della squadra raffigura una falce e un uomo che brandisce un martello rosso: “Hapoel”, vale la pena rammentarlo, significa “lavoratore”.

In Inghilterra è il Liverpool a incarnare le posizioni della Merseyside di sinistra. I “Reds” sono considerati una tifoseria vicina al partito laburista e uno dei motti storici della mitica Kop è “meglio infrangere le legge, che colpire i poveri”. In questo senso, storico rimane l’episodio che vide, durante lo sciopero dei portuali negli anni ’90, il grande Robbie Fowler, bandiera del Liverpool, indossare una maglietta di sostegno ai lavoratori che stavano protestando.

La squadra spagnola con una tifoseria dichiaratamente schierata a sinistra è invece il Rayo Vallecano. Sin dai tempi della guerra civile spagnola questo club dei dintorni di Madrid si schierò apertamente contro la dittatura di Franco, tifoso invece del Real Madrid. D’altronde, il sobborgo meridionale di Vallecas è a trazione operaia e anche per questo la sua tifoseria è orgogliosamente antifascista.

Notissime anche le posizioni dei tifosi dell’Aek Atene, club fondato nel 1924 da profughi greci provenienti da Costantinopoli (oggi Istanbul) e che nel tempo ha fondato il cosiddetto “triangolo di fratellanza” con i colleghi di Livorno e Olympique Marsiglia.

Tante realtà di tifo progressista in tutta Europa

Non sono forse conosciuti come i club menzionati poco sopra, ma ci sono tanti gruppi di tifo organizzato, appartenenti a squadre meno conosciute, che vale la pena menzionare. Lo Standard Liegi, in Belgio, ha una delle curve più antifasciste in Europa. Allo stesso modo i tifosi dell’Adana Demirspor, in Turchia, si battono per i diritti dei curdi nel paese. In Italia, in una città con una tifoseria storicamente di destra come quella dell’Hellas, la Virtus Verona, che gioca in Serie C, può contare su ultras che supportano rifugiati e ideologie di libertà e solidarietà.

Interessante è anche la storia dell’Omonia Nicosia, tradizionalmente considerato il club della classa operaia di Cipro. Fondati nel 1948, durante la guerra civile greca, le autorità calcistiche cipriote, all’epoca, insistiterro affinché tutti gli atleti professionisti denunciassero la sinistra greca e il partito comunista greco. Alcuni di coloro che si rifiutarono di firmare quella dichiarazione e formarono allora l’Omonia: ben presto divennero la squadra più popolare e di successo dell’isola. Oggi i tifosi dell’Omonia sono soliti sventolare l’immagine di Che Guevara in curva.

Infine, chiudiamo con due parole sulla tifoseria del Cosenza. La squadra calabrese, che gioca il campionato di Serie B, vanta tifosi devotamente antifascisti, che si battono, coraggiosamente, contro la criminalità organizzata locale della ‘Ndrangheta.

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