Trump apre all’abolizione delle tasse sulle vincite da gioco
Il presidente Trump ha aperto alla possibilità di eliminare l’imposta federale sulle vincite da gioco. La dichiarazione è arrivata il 9 dicembre sull’Air Force One, in viaggio verso un casinò della Pennsylvania. Nessun impegno formale, ma un segnale per l’industria.
Il regime fiscale federale attuale
Le vincite da gioco negli Stati Uniti sono tassate come reddito ordinario, con aliquote marginali dal 10% al 37%. L’IRS richiede la compilazione del modulo W-2G per importi specifici: 1.200 dollari o più per slot machine e bingo, 5.000 dollari per tornei di poker, 600 dollari per scommesse sportive quando superano 300 volte la puntata.
La ritenuta federale del 24% scatta automaticamente quando le vincite nette superano i 5.000 dollari da lotterie, concorsi a premi o pool di scommesse. Nel 2019, circa due milioni di dichiarazioni fiscali hanno riportato vincite da gioco per un totale di 35,8 miliardi di dollari di reddito lordo dichiarato all’erario federale.
Il governo federale incassa anche un’accisa dello 0,25% sull’handle, ovvero l’importo totale di denaro scommesso dagli utenti su un particolare evento, sport o in un determinato periodo di tempo, delle scommesse sportive. Nel 2024 questa voce ha generato circa 373 milioni di dollari, un aumento di undici volte rispetto al 2019, grazie all’espansione dei mercati legali dopo la sentenza Murphy v. NCAA della Corte Suprema che ha liberalizzato il settore.
L’interazione tra tassazione federale e statale crea un quadro normativo complesso. Nove stati, tra cui Nevada, Florida e Texas, non applicano imposte statali sul reddito da gioco. Altri tassano le vincite offrendo però regole di deduzione variabili. L’eliminazione della tassa federale avrebbe un impatto stimato di alcuni miliardi annui sul bilancio.
La vera priorità dell’industria
La priorità legislativa dell’industria del gioco non riguarda l’eliminazione delle tasse sulle vincite. L’obiettivo reale è invertire una disposizione dell’One Big Beautiful Bill Act che dal 1° gennaio 2026 limiterà le deduzioni delle perdite al 90%. Secondo l’American Gaming Association, questa misura penalizza ingiustamente un’attività legale e regolamentata creando tassazione sul reddito fantasma.
Dopo i dazi di Trump e le recenti dichiarazioni, il 9 dicembre 2025, i CEO di MGM, Caesars, Wynn e Circa hanno incontrato il presidente della Commissione Ways and Means Jason Smith per chiedere il ripristino della deducibilità totale. Gli analisti stimano perdite potenziali di 18 miliardi di dollari in handle e 1,5 miliardi in ricavi lordi.
Il FAIR BET Act, presentato il 7 luglio 2025 dalla deputata Dina Titus, ripristinerebbe la deducibilità al 100%. Il disegno di legge conta oltre 21 co-sponsor bipartisan. L’American Gaming Association sostiene attivamente l’iniziativa. Al Senato, il FULL HOUSE Act ha tra i sostenitori i senatori Ted Cruz e Bill Hagerty.
Il Congresso chiuderà i lavori il 19 dicembre, lasciando tempi strettissimi prima dell’entrata in vigore della norma il 1° gennaio 2026. Le altre proposte fiscali di Trump hanno avuto esiti diversi: l’esenzione sulle mance e gli straordinari è stata approvata, mentre per la Social Security è stato introdotto solo un credito aggiuntivo di 6.000 dollari.
Redattore e betting strategist, porta oltre 15 anni di esperienza e massima affidabilità. Il suo metodo rigoroso, basato su numeri e analisi verificate, assicura notizie autorevoli e puntuali. Nessuna opinione, solo dati concreti.

Curaçao ai Mondiali 2026, ma in realtà è una specie di club della Eredivisie
Mondiali 2026: Spagna e Inghilterra dominano già le scommesse
Lotteria Italia online: biglietti acquistabili anche su bet365
Milano Games Week 2025: eSports e tornei al centro della scena