FIFA, sì alla squalifica di Trippier: violate norme su scommesse

L’ha proprio combinata grossa, Kieran Trippier. Il trentenne inglese, difensore dell’Atletico Madrid e della nazionale, aveva scommesso sul suo passaggio dal Tottenham agli spagnoli. Beccato, è stato squalificato, e la FIFA ha rigettato l’appello presentato dal team madrileno sulla sua applicabilità a livello mondiale.

Il pasticciaccio di Trippier

I loghi dell'Atletico Madrid e della Fifa e due calciatori in azione

La FIFA ha rigettato la richiesta di appello dell’Atletico Madrid per la squalifica di Kieran Trippier.

Talentuoso terzino destro con licenza di attaccare, Kevin Trippier, calciatore della nazionale inglese classe 1990, non ha evidentemente la stessa astuzia che manifesta sul terreno di gioco anche fuori. Nella stagione 2019/20, il giocatore si è trasferito dal Tottenham, club in cui giocava dal 2015, agli spagnoli dell’Atletico Madrid, per cercare di mettere qualche trofeo in bacheca.

Il punto, però, è che Trippier è stato scoperto a commettere una grave violazione delle leggi sportive inglesi: nel maggio 2020, infatti, è stato condannato dalla federcalcio britannica a una squalifica di 10 settimane per aver violato la regola E8(1)(b), quella che vieta (e vorremmo vedere!) ai calciatori di spifferare informazioni sensibili riguardo a potenziali cambi di maglia a utenti e/o speculatori intenzionati a sfruttarle per le loro scommesse sul calciomercato.

La sanzione è stata applicata a partire dal 21 dicembre 2020, ma all’inizio di questo mese era stata ridotta a quattro settimane dopo una ulteriore audizione del condannato, a cui è stata comminata anche una multa di quasi 80.000€.

Le ragioni dell’appello

Nelle scorse settimane, l’Atletico Madrid, attuale squadra di Trippier, aveva presentato appello, poiché la FIFA, il massimo organismo calcistico mondiale, aveva stabilito che la squalifica valesse a livello globale. Anche se comminata dalla federcalcio inglese, insomma, Trippier avrebbe dovuto scontarla in Spagna.

La squadra allenata dal “Cholo” Simeone, però, sosteneva che si trattasse di una questione solamente britannica: in tal senso, la squalifica era stata sospesa lo scorso 2 gennaio, in considerazione delle decisioni sull’appello, con Trippier che nel frattempo aveva già saltato tre turni di campionato.

La federazione inglese (FA) aveva replicato che sì, la squalifica sarebbe durata dal 21 dicembre al 28 febbraio 2021, ma che Trippier, pur scontandola in patria, poteva effettivamente giocare in Spagna, cosa che andava contro lo spirito della sanzione. Per questo, proponeva che si applicasse a livello globale, o quanto meno che venisse applicata nel momento in cui Trippier fosse tornato a giocare per un club inglese.

La decisione della FIFA

La FIFA ha scelto la mano pesante, rigettando in toto l’appello dell’Atletico Madrid ma anche la richiesta più soft della FA, dichiarando che solo a lei spetta determinare se la squalifica abbia valore a livello globale. Così è stato appunto deciso: per questo, Kieran Trippier non potrà giocare in Spagna fino alla scadenza della squalifica, il prossimo 28 febbraio.

L’Atletico Madrid ha già comunicato che intende appellarsi al CAS, la Corte di Arbitrato dello Sport. Se l’organismo con sede a Losanna, in Svizzera, accetterà di rivedere il caso, Trippier potrà tornare in attività fino alla decisione finale della corte.

Al netto delle vicissitudini processuali, comunque, continua a risultare incredibile l’ingenuità di Trippier, che nel mondo ultraconnesso di oggi ha pensato bellamente di “scommettere su se stesso”, in senso letterale, spifferando (probabilmente a scommettitori complici) informazioni riservate sul suo cambio di casacca per permettere a terzi di speculare scommettendo.

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