Il caso della modella Elisa Samudia e del portiere Bruno

Nell’estate del 2010 Bruno Fernandes das Dores de Souza, meglio conosciuto in Brasile con il nome di Goleiro Bruno, era a un passo dal firmare con il Milan. Poi, però, è stato accusato di omicidio. Ecco cosa è successo.

Caso Samudia, due vite normali, all’apparenza

C’era una volta una giovane donna brasiliana, il suo nome era Eliza Samudio. Era nata nel 1985 a San Paolo. Era bellissima e sveglia, lavorava come modella e aveva il sogno, un giorno, di sfondare nel mondo del cinema, di riuscire a ritagliarsi un posto nel jet-set dello spettacolo.

Era un volto conosciuto, quello di Eliza Samudio, in Brasile. Era stata ingaggiata per diverse pubblicità che campeggiavano su giganteschi cartelloni in giro per il paese. A 25 anni, nel 2010, la sua vita sembrava stesse andando alla grande. Fino a quando non conobbe, nell’estate del 2009, Bruno Fernandes das Dores de Souza, meglio conosciuto come “Goleiro Bruno”, ovvero Bruno il portiere.

Bruno

Il caso Samudia ha scosso anche il mondo dello sport

Cresciuto nello stato di Minas Gerais, uno dei più poveri del Brasile, quella di Bruno era nata come la classica storia di riscatto che accomuna tanti giovani calciatori brasiliani. Da piccolo non aveva nemmeno i soldi per prendere l’autobus e andare all’allenamento, ma grazie al suo talento a 18 anni riesce a entrare nelle giovanili dell’Atletico Mineiro, il club di riferimento del Minas Gerais, e si impone come titolare della prima squadra già a 20 anni.

Da subito, però, si capisce che Bruno non ha un carattere semplice. Nel 2006, a ventidue anni, dopo due ottime stagioni con il club Galo, passa al Corinthians, uno dei top club brasiliani, la squadra di Socrates, un sogno per chiunque comincia a giocare a pallone nel paese verdeoro.

La sua esperienza con il Timao dura però appena poche settimane. Dopo una serie di ritardi agli allenamenti, viene infatti cacciato dalla squadra. Resta disoccupato per qualche mese, e poi lo prende il Flamengo.

Lì Bruno dimostra di non essere un portiere qualsiasi. Atleticamente esuberante, 1 metro e 90 centimetri di forza in mezzo ai pali, Bruno è un giocatore di personalità e ogni tanto si lancia persino in avanti a cercare il gol da calcio piazzato. Diventa così importante per il Flamengo che nel maggio del 2009, dopo il ritiro di Fabio Luciano, gli viene addirittura assegnata la fascia di capitano.

Da capitano, nel dicembre del 2009, alza il trofeo da vincitore del campionato, il mitico Brasileirao. È lì che, probabilmente, si rompe qualcosa. Bruno, probabilmente, comincia a pensare di essere onnipotente. Ha un contratto importante, per lui si parla di nazionale brasiliana e cominciano a cercarlo diversi club europei.

Lo Zenit San Pietroburgo presenta un’offerta ufficiale da 6 milioni di euro per portarlo in Russia. Lui nicchia, perché intanto c’è un club ancora più grande che sta pensando di acquistarlo: è il Milan, che vuole tesserarlo per fargli prendere il posto da secondo, lasciato libero da Marco Storari, e farlo crescere con la prospettiva di diventare titolare.

Il trasferimento ai rossoneri salta, quando sembra ormai tutto definito, con un precontratto siglato dal giocatore e l’accordo fra le società per una cifra intorno ai 5 milioni di euro,all’inizio di luglio 2010: Bruno Fernandes das Dores de Souza viene arrestato.

Bruno Fernandes das Dores, un orribile femminicidio

Quando Bruno, Goleiro Bruno, viene portato in caserma, nega tutto. Non sa niente, dice, della sparizione di una donna, Eliza Samudio, con la quale conferma di aver avuto una relazione, ma con cui avrebbe chiuso i rapporto già molto tempo fa.

Il problema è che Bruno mente. Sono mesi che minaccia Eliza, che lo ha anche denunciato per aggressione. Sono mesi che si rifiuta di riconoscere il bambino, Bruninho, nato dal rapporto extra-coniugale avuto con Samudio e di aiutarla economicamente. È per questo che la ragazza continua a cercarlo, ed è per questo che alla fine Bruno decide di ucciderla.

Le dichiarazioni di Bruno alla polizia vengono presto smentite dalle rivelazioni dei suoi complici, che raccontano particolari agghiaccianti relativi alla sparizione della donna. Luiz Henrique Romão, detto “Macarrão”, assistente fidato di Bruno, spiega che Eliza è rapita a Rio de Janeiro alla fine di giugno e trasportata in una proprietà dello stesso Bruno nella regione di Minas Gerais.

Lì viene consegnata a Marcos Aparecido dos Santos, un ex poliziotto noto per la sua brutalità, che la strangola e poi, con una crudeltà semplicemente inaccettabile, fa il corpo della ragazza a pezzi, dandone in pasto alcune parti ai suoi cani rottweiler, prima di sciogliere quello che resta nell’acido.

È per questo che il corpo di Eliza non verrà mai trovato, un’ingiustizia nell’ingiustizia, un atto di efferatezza che non è nemmeno possibile commentare. La vergogna definitiva si materializza con l’arrivo dei processi. Bruno infatti viene condannato a 22 anni e 3 mesi di reclusione, ma prima, nel 2017, lascia il carcere per diversi mesi a causa di un vizio di procedura.

Poi, nel 2019, dopo aver scontato “appena” otto anni di carcere, riceve la libertà condizionale con arresti domiciliari, che gli permette di uscire durante il giorno per lavorare e di rientrare nella sua casa, la sera. Il tutto mentre diversi club continuano a offrirgli un contratto, senza curarsi della condanna, senza considerare l’aspetto umano di una persona che non ha esitato a fare uccidere una giovane ragazza di 25 anni, pur di non riconoscere la paternità di un figlio.

Mauro Mondello: redattore di sitiscommesse.com
Mauro Mondello

Le analisi sportive di Mauro Mondello sono plasmate da un’esperienza giornalistica di livello internazionale (The Guardian, La Repubblica, L’Ultimo Uomo) e dal prestigio di un passato come Yale World Fellow. Porta questa prospettiva unica nel suo ruolo di voce autorevole di Talkbet&Risposta e offre pezzi di approfondimento che coniugano dati, storie e spessore.

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