Il caso Christian Horner e la trasparenza in Formula 1

“Comportamenti inappropriati”, così sono state chiamate le presunte molestie che il capo della squadra più forte e potente della Formula 1 avrebbe diretto a una donna del suo gruppo di lavoro. Ecco le tappe del caso Horner.

Cattiva condotta sessuale in F1

La stagione 2024 di Formula 1 è iniziata ormai da un mese e mezzo. Tutto è ripartito secondo la solita formula ormai collaudata: cinque pole position di Verstappen su cinque gran premi, quattro vittorie su quattro nelle corse portate a termine, un dominio assoluto della Red Bull. Eppure la scuderia austriaca, in questi primi mesi dell’anno, non è balzata agli onori delle cronache per le sue vittorie, quanto, piuttosto, per il caso di molestie sessuali che ha coinvolto il suo team principal, Christian Horner.

Horner è stato accusato da una dipendente del team ci averle rivolto delle attenzioni, non gradite, di natura sessuale. Si tratta di accuse emerse all’inizio di febbraio e sulla base delle quali la Red Bull ha deciso di condurre un’indagine interna, affidata a un avvocato londinese, che ha formalmente scagionato Horner il 28 febbraio.

Caso Horner F1

Il caso Horner in F1

La storia, com’era facile aspettarsi, non è finita lì. Il giorno dopo essere stato sollevato dalle accuse, infatti, Horner è stato investito da un nuovo scandalo: decine di messaggi e foto che si sarebbe scambiato con la donna sono stati inviati, in forma anonima, a giornalisti e dirigenti della Formula 1. Nulla è cambiato nella pratica, me le voci e le tensioni sul comportamento di Horner e sulla posizione che avrebbe dovuto tenere la Red Bull non si sono di certo sopite.

Di fronte al comportamento della scuderia, che ha deciso di confermare il team principal al suo posto sulla base dell’indagine interna, in molti hanno ritenuto di intervenire e, fra questi, anche Jos Verstappen, ex pilota e padre del pluri-campione Max, il quale ha suggerito a Horner e Red Bull di dividersi, per evitare di distruggere una squadra vincente a causa di problemi che con lo sport non hanno nulla a che vedere.

Di certo c’è che nel paddock non si respira un clima particolarmente rilassato. Lewis Hamilton, in questo senso, si è pronunciato più volte sulla questione, auspicando una maggiore presenza della FIA nella gestione di situazione di questo genere (la federazione, sino ad ora, non ha mosso un dito) e spiegando come il caso Horner non sia semplicemente interno alla Red Bull, ma abbia un effetto su tutto il circus.

Horner, che è a capo della Red Bull sin dal lontano 2005 e che è sposato con la ex Spice Girls Geri Halliwell, ha scelto di mantenere un basso profilo. Di fatto, però, la situazione, esplosiva, è destinata a rimanere d’attualità, soprattutto perché di settimana in settimana vengono fuori nuovi dettagli che non contribuiscono a migliorare la posizione del team principal inglese.

A pagare, sinora, è solo la donna che accusa

Il 7 marzo scorso, nel bel mezzo del caos Horner, è venuto fuori che la Red Bull avrebbe sospeso, con effetto immediato, la dipendente che ha avuto il coraggio di accusare il capo della scuderia, sospendendole, interamente, lo stipendio. Conferme ufficiali in merito non sono arrivate, con il portavoce Red Bull che si è limitato a spiegare come si tratti di “questioni interne”, una dichiarazione che non suona esattamente come una smentita.

D’altronde, la Red Bull, nella gestione del caso, non ha certo brillato per trasparenza. Secondo la rivista Business F1, infatti, la tanto sbandierata inchiesta indipendente che, a livello interno, ha scagionato Horner, sarebbe stata portata avanti dall’avvocato della famiglia Yoovidhya, che è proprietaria al 51% della Red Bull e che, sin dall’inizio, ha sostenuto Christian Horner contro le accuse della donna. Insomma, non esattamente un avvocato super partes.

Peraltro, a lungo si è parlato di un’offerta, non confermata e comunque non accettata, da quasi 1 milione di dollari da parte della scuderia alla donna per evitare di rendere pubblico lo scandalo. Quello che si sa, nella nebbia di una situazione che la Red Bull stessa fatica a rendere chiara, è che la dipendente ha deciso di andare in tribunale e dunque di non accettare il verdetto dell’indagine interna. Inoltre, ha presentato una denuncia formale contro Christian Horner al comitato etico della FIA, aggravando ulteriormente la situazione.

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