Chi è Mattia Furlani, il ragazzo d’oro del salto in lungo

Mattia Furlani, classe 2005, lo scorso settembre ha aggiunto un nuovo straordinario tassello, la medaglia d’oro mondiale, a una carriera che, nonostante la giovanissima età, è già semplicemente pazzesca. Scopriamola insieme.

Il talento di Furlani

Magari, per essere un campione, nascere in una famiglia di sportivi non è fondamentale, però di certo aiuta. È quello che viene da pensare leggendo la storia di Mattia Furlani, una delle tante stelle della nouvelle vague dell’atletica leggera italiana, cresciuto in un ambiente che lo sport, la competizione, l’agonismo, lo ha sempre avuto nelle vene.

Il padre di Mattia Furlani, Marcello era un saltatore in alto. Il 12 ottobre 1985, al campo della Farnesina, saltò 2 metri e 27, misura decisamente rispettabile. Certo, non riuscì a sfondare definitivamente, vinse il campionato nazionale societario con le Fiamme Gialle, ma per l’azzurro non è stato quasi mai considerato.

Mattia Furlani

La carriera straordinaria di Mattia Furlani

Solo una volta Marcello Furlani si misurò con l’elite mondiale dell’atletica, quando allo Stadio Olimpico di Roma, in occasione di una kermesse internazionale, condivise la pedana con Javier Sotomayor: il più grande saltatore in alto di tutti i tempi. E poi, per Marcello, l’atletica resta importante anche per un’altra ragione, forse la più importante: Khadidiatou, per gli amici Khaty, Seck.

Origini senegalesi, nata a Cartagine, in Tunisia, nel 1970, Kathy Seck, un ottimo passato come velocista su 100 e 200 metri piani, conobbe Marcello Furlani al campo di atletica di Frascati nel 1988: da lì non si sono più separati.

Tre figli (fra cui Erika, classe 1996, ottima atleta del salto in alto e, fra le altre cose, campionessa italiana 2017, con un record personale di 1,94, e medaglia di bronzo agli Europei 2023 in Polonia) un matrimonio civile e uno religioso e tanta passione trasmessa al figlio Mattia, il più talentuoso in famiglia, di cui Khaty è allenatrice, guru e punto di riferimento.

È soprattutto grazie a lei infatti, oltre che alle dritte del padre Marcello, se quel ragazzino che da piccolo amava il basket, si è trasformato in un fenomeno di coordinazione, equilibrio e spinta esplosiva, tanto da diventare il più giovane campione mondiale di sempre nel salto in lungo e il più giovane campione mondiale nella storia dell’atletica leggera italiana.

E dire che Mattia Furlani non aveva nemmeno cominciato con il salto in lungo. All’inizio, infatti, seguendo le orme del padre, si era concentrato sul salto in alto, per poi alternarlo con quello in lungo, sino alla definitiva decisione di concentrarsi soltanto su quest’ultimo.

Di certo c’è che con gran parte delle discipline con cui Mattia Furlani si è cimentato, alla fine quasi sempre è riuscito ad emergere. Da under 16, ad esempio, stabilì, nel 2020, la migliore prestazione italiana in alto e 150 metri piani. Da lì in poi la progressione è stata semplicemente pazzesca, sino ai campionati europei under 18 di Gerusalemme, nel 2022, dove vince l’oro sia nell’alto che nel lungo.

Pensare che lui il salto in lungo proprio non lo voleva fare, perché, come ha dichiarato recentemente in un’intervista, non sopportava di doversi sporcare ogni volta di sabbia. Ma la realtà dei fatti, con numeri impressionanti sin dai primissimi tentativi, lo ha pian piano convinto (e meno male) di quale fosse la sua strada.

L’anno perfetto di Mattia Furlani

Fra una meravigliosa medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi, conquistata ad appena 19 anni, i riconoscimenti prima come miglior atleta emergente europeo, vinto nel 2023, e poi come miglior atleta emergente mondiale di World Athletics, nel 2024, si arriva a un 2025 che sembra quasi impossibile, tanto è straordinario.

Mattia Furlani, infatti, in questi ultimi dodici mesi, ad appena 20 anni, ha deciso di riaggiornare, in maniera definitiva, l’enciclopedia universale del salto in lungo. Lo ha fatto conquistando prima il mondiale indoor di Nanchino, nel marzo 2025, con la misura di 8 metri e 30. Poi, qualche mese dopo, portandosi a casa anche il mondiale “vero”, quello di Tokyo, dove saltando 8.30, lo scorso 17 settembre, riscrivendo la storia italiana dello sport.

La sua carriera, insomma, è appena iniziata, ma è già una traiettoria stupefacente, simbolo di mezzi atletici e tecnici fuori misura. Un exploit talmente dirompente che World Athletics non ha potuto fare a meno di nominarlo, insieme al fenomenale astista svedese Armand Duplantis (4 record del mondo nel 2025) per la finale come miglior atleta al mondo di quest’anno.

Non era mai successo che un atleta italiano venisse considerato a un livello così alto dalla federazione internazionale di atletica leggera: un altro segnale della storia fuori scala che questo ragazzo, che ha ancora solo vent’anni, ha appena cominciato a scrivere.

Mauro Mondello: redattore di sitiscommesse.com
Mauro Mondello

Le analisi sportive di Mauro Mondello sono plasmate da un’esperienza giornalistica di livello internazionale (The Guardian, La Repubblica, L’Ultimo Uomo) e dal prestigio di un passato come Yale World Fellow. Porta questa prospettiva unica nel suo ruolo di voce autorevole di Talkbet&Risposta e offre pezzi di approfondimento che coniugano dati, storie e spessore.

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