Red Bull, dalla F1 al calcio: tutte le società sportive possedute dal brand
Non solo calcio, ma anche motori, hockey su ghiaccio, ciclismo, eSports e discipline estreme, tutte legate a quella che è diventata un vera e propria filosofia condivisa da ogni disciplina. Scopriamo l’universo Red Bull.
Red Bull, rivoluzione austriaca
Il mondo Red Bull ha in qualche modo rivoluzionato l’approccio contemporaneo al contesto sportivo. L’azienda austriaca infatti è stata fra le prime, se non la prima in assoluto, a considerare lo sport seguendo un metodo industriale-commerciale.
Partendo da questo concetto ha costruito, di conseguenza, una vera e propria multinazionale del settore sportivo, con club operativi in ogni parte del mondo che oggi uno costituiscono uno dei rami più importanti del brand RB.
Nata a metà anni Ottanta come azienda produttrice della nota bevanda energetica, Red Bull è diventata via via sempre più nota in Europa grazie a un battage mediatico molto originale, partito a metà anni Novanta e che segue ancora oggi le medesime linee estetiche di allora: irriverente, volutamente old style nel design, a volte surreale.
Negli anni Novanta l’azienda austriaca, per crescere in maniera decisa soprattutto in Europa, decide di cominciare a investire, in qualità di sponsor, sugli sport estremi, diventando partner di atleti e atlete “no limits” impegnati in discipline come tuffi, skateboarding, sci, paracadutismo, sempre declinati nelle loro derivazioni più pericolose e impegnative.
Si butta anche sui motori, sponsorizzando le monoposto della casa Sauber dal 1995 al 2002 e nel 2005, acquistando poi la Jaguar Racing, che diventerà presto la Red Bull Racing e riuscirà a vincere, con Sebastian Vettel prima e con Max Verstappen poi, ben otto titoli mondiali di Formula 1.
Il primo investimento sportivo diretto della Red Bull non è però nei motori, così come non è nel calcio. L’azienda austriaca infatti inizia la sua lenta costruzione di multinazionale dello sport acquistando la storica squadra di hockey su ghiaccio di Salisburgo, la EC Salzburg, rinominandola EC Red Bull Salzburg, nel 2000, facendola pian piano diventare una vera e propria corazzata, punto di riferimento per tutto il gruppo.
Red Bull, l’approdo nel calcio
Dal 2010 in avanti gli investimenti Red Bull nel mondo dello sport hanno subito un’accelerazione straordinaria, fino ad arrivare al recente ingaggio di Jurgen Klopp, che nell’estate del 2024, dopo aver concluso la sua esperienza di nove anni al Liverpool, è diventato coordinatore delle attività calcistiche del gruppo austriaco.
Tutto comincia con l’acquisizione, all’inizio degli anni 2000, dell’SV Austria Salzburg, un club diventato poi il punto di riferimento, con il nome di Red Bull Salzburg, non solo di tutta la galassia sportiva RB ma di un vero e proprio modo di investire nel calcio e nello sport in generale.
Red Bull infatti costruisce, con capacità e forza finanziaria notevoli, squadre dall’età media bassissima, divertenti da vedere, impetuose dal punto di vista atletico, simbolo di una vitalità, di un entusiasmo, di un’energia, che portano in campo gli elementi di marketing della commercializzazione della bevanda.
Pian piano, così, l’azienda con sede a Fuschl am See mette insieme un conglomerato di squadre prese da categorie inferiori e ricostruite, pazientemente e a volte fra tante polemiche, fino ad arrivare a risultati anche molto importanti.
Un esempio su tutti è quello dell’RB Lipsia, preso nel 2006 dalla quinta categoria del calcio tedesco, con il nome di SSV Markenstadt, e diventato, nel giro di pochi anni, un team capace di dare fastidio alle grandi d’Europa in Champions League, grazie a un mix di atletismo e avanguardia tattica garantito da investimenti su calciatori giovani e allenatori emergenti.
Il mondo calcistico Red Bull oggi include così squadre in ogni parte del mondo. Ci sono i New York Red Bulls statunitensi, l’RB Bragantino in Brasile, l’RB Omiya Ardija in Giappone, e poi le partecipazioni minori nel Leeds United, in Premier League, e nel Paris FC, che naviga nelle categorie di medio livello del calcio francese.
Si tratta di un progetto a tuttotondo dal quale sono venuti fuori giocatori importanti, passati fra Salisburgo e Lipsia da giovanissimi e oggi tutti top assoluti. Parliamo di pezzi da novanta come Erling Haaland, Dominik Szoboszlai, Dayot Upamecano, Sadio Mané, Timo Werner, Christopher Nkunku, solo per citarne alcuni.
Da una parte, insomma, ci sono le grandi polemiche per un progetto, quello di Red Bull, che ha effettivamente un po’ spoetizzato il mito romantico dello sport, soprattutto nel calcio, lavorando con una precisione scientifica su costruzione delle squadre e sviluppo dei giocatori.
Dall’altra, però, va dato atto di aver costruito un modello sostenibile e calcisticamente sano, facendo crescere al meglio giovani di talento e mantenendo i costi sempre sotto controllo. Per quanto si tratti d un sistema “freddo”, non può fare a meno, un po’, di ammirarlo.