NBA: come stanno andando le prime dieci scelte del draft 2023

Victor Wembanyama, selezionato con il numero 1 nella serata evento tenutasi a Brooklyn lo scorso giugno, era il più atteso, e sta mantenendo le promesse. Dietro di lui, da Miller sino a Cason Wallace, troviamo tante sorprese.

Wembanyama è già al livello dei migliori

I draft NBA vengono sempre seguiti da attente analisi sul possibile impatto dei giocatori selezionati al loro primo anno di NBA. A sei mesi dalle scelte e a nemmeno novanta giorni dall’inizio della regular season è difficile stilare verdetti definitivi, ma è comunque possibile dare un’occhiata alle statistiche e farsi un’idea su come stanno andando i ragazzi appena arrivati nel campionato di pallacanestro più prestigioso al mondo.

Preso dai San Antonio Spurs come prima scelta e considerato universalmente uno dei potenziali dominatori del basket dei prossimi anni, il francese Victor Wembanyama sta gestendo molto bene la pressione ed è sinora stato decisamente all’altezza delle aspettative. Ad appena diciannove anni, il ragazzo ha mostrato una bella commistione di velocità, giocate e letture difensive: già adesso, con una media sopra gli 8 rimbalzi difensivi a partita, le 3 stoppate le 1,5 palle recuperate in mezz’ora di gioco, è una delle migliori ali grandi/centri del campionato.

Giocatore di pallacanestro, logo NBA

Il futuro delle prime 10 scelte ai draft NBA 2023

In queste prime settimane di NBA Wembanyama ha anche dimostrato di essere un talento unico per quanto riguarda la varietà in fase di finalizzazione a canestro, dimostrandosi spesso quasi impossible da marcare quando punta il tabellone in uno contro uno. Da migliorare, secondo quanto si è visto, ci sono invece la visione di gioco e la capacità di leggere i passaggi.

Di certo, in questo momento il diciannovenne nato a Le Chesnay, nel Nord della Francia, viaggia a una media di 18 punti, 10 rimbalzi e 3 assist a partita: niente male per un ragazzino appena arrivato nel luna park del basket mondiale e che, è giusto dirlo, si è trovato in una squadra in cui già da ora viene considerato fra i punti di riferimento, ma che è in totale ricostruzione.

Al numero 2 del draft era stato scelto, dopo un’ottima annata di college ad Alabama, la guardia Brandon Miller. Con gli Hornets il ventunenne di Nashville sta vivendo un buon inizio di campionato: fisso nel quintetto titolare, sta tirando con una media di 15 punti a partita, avvicinandosi al 40% nei canestri dalla lunga distanza.

Bene il suo lavoro anche in costruzione, con 2.3 assist a partita. In difesa c’è ancora molto da lavorare, ma il ragazzo sta dimostrando personalità e attitudine che fanno immaginare possa imporsi ad alto livello come una delle shooting guards più solide dell’NBA.

Sta andando un po’ peggio a Scoot Henderson, perso dai Portland Trail Blazers con il numero tre e protagonista di un avvio nel quale è apparso ancora un po’ acerbo, non pronto a partire in quintetto per un campionato tostissimo come quello NBA.

Quasi sempre utilizzato uscendo dalla panchina, in una squadra che, ricordiamolo, è in totale ricostruzione ed è al penultimo posto della Western Conference, Henderson ha una media di 12.2 punti, 2.8 assist e 4.7 rimbalzi: decisamente troppo poco. Ma attenzione, nell’ultimo blocco di partite sta alzando il livello e la sua affermazione potrebbe essere solo questione di tempo.

Scelto con il numero quattro dagli Houston Rockets, anche Amen Thompson non è ancora riuscito a trovare la sua dimensione definitiva in questo inizio di stagione NBA. Solo 14.2 minuti a partita, con un bottino da appena 4.5 punti per la guardia classe 2003. Thompson, nonostante l’inizio incerto, ha comunque mostrato un atletismo di alto livello e per questo, secondo gli scout, continua a essere uno dei giocatori dalle prospettive più intriganti del draft 2023.

Sta andando invece oltre le attese Ausar Thompson, pick numero 5 di Detroit, che nonostante percentuali al tiro non eccezionali sta dimostrando di essere un play creativo e in grado di produrre numerosi possessi extra per la sua squadra: i numeri parlano di 11 rimbalzi offensivi a partita, 3.8 stoppate e 1.8 palloni recuperati. Se Thompson dovesse aggiustare la mira, potrebbe consacrarsi come potenziale giocatore da All Star Game, dunque fra i top della lega.

Da Black a Coulibaly, delusioni e conferme dei draft NBA

Anthony Black, diciannovenne scelta numero 6 degli Orlando Magic, non ha fatto vedere numeri particolarmente interessanti in questa prima parte di regular season: 5.6 punti, 2.8 rimbalzi, 1.9 assist, poco sopra il 30% da tre. Nonostante questo, c’è ancora spazio per il ragazzo di Las Colinas, Texas, che può crescere molto, soprattutto sul fronte offensivo.

Bilal Coulibaly, preso al numero 7 dai Washington Wizards, sta dando ai suoi tifosi qualche ragione per sorridere, nonostante un avvio di franchigia disastroso (appena tre vittorie). Si sapeva già che il francese portasse con sé fisico e forza atletica, ma si sta dimostrando pronto anche in regia: Coulibaly ha una media di 9.1 punti a partita e tira da tre con il 41,8%. Questi numeri, aggiunti alle palle rubate (una a partita), fanno ben sperare per il prosieguo della stagione.

Chiude la carrellata Cason Wallace, pick numero 10 di Dallas, ma finito a Oklahoma. Wallace dalla panchina sta registrando 7 punti a partita e tira con oltre il 42% da tre: se riuscirà a trovare più possessi e mettere ancora più minuti sulle gambe, il ragazzo può andare lontano. Non pervenuti, e per questo non inclusi nel nostro resoconto, le scelte numero 8 e numero 9 Jarace Walker e Taylor Hendricks. Pochissime le partite giocate, con Indiana e Utah che li hanno mandati ormai stabilmente a farsi le ossa in G-League, la lega NBA di sviluppo.

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