Mondiale di calcio Under 17, la finalissima è Messico – Brasile

Riflettori puntati su Gama, in Brasile, dove alle ore 19.00 di domenica andrà in scena Messico – Brasile, finalissima del Mondiale di calcio Under 17. I padroni di casa hanno superato in una gara al cardiopalma la Francia, mentre i messicani hanno estromesso l’Olanda dopo una dura battaglia conclusasi solo dopo sei turni di calci di rigore.

Messico – Brasile, la Finale che non ci si aspettava

Un calciatore va al tiro e il logo del Mondiale di calcio Under 17

Sarà tutta americana, la Finale del Mondiale di calcio Under 17, tra il Messico e il Brasile padrone di casa.

Quella in programma domenica alle ore 19.00 locali tra Messico e Brasile sarà una Finale tutta sudamericana e non così prevedibile, all’inizio del Campionato Mondiale di calcio Under 17. Se i brasiliani, padroni di casa, non sono una sorpresa, il discorso per il Messico è diverso, e non si può certo dire che i discendenti di Maya e Aztechi siano degli habitué delle grandi finali. Va detto comunque che il Brasile, per questo Mondiale, non si era nemmeno qualificato, ma ha poi beneficiato del cambio di sede deciso dalla Fifa (il torneo era stato assegnato infatti al Perù, che poi non aveva superato le ispezioni degli impianti e aveva avuto altri problemi organizzativi), e ora si trova addirittura a un passo dalla vittoria.

Eppure è andata proprio così: nonostante un girone non certo brillante (inseriti nel Gruppo F, lo stesso dell’Italia, contro la quale hanno peraltro perso 2-1), i biancoverdi hanno strappato il pass per gli Ottavi solo come migliori terzi classificati, Nella fase ad eliminazione diretta, invece, hanno dato il meglio di sé: prima hanno superato per 2-0 il Giappone e quindi la Corea del Sud, questa volta per 1-0. In Semifinale, poi, il capolavoro: contro i favoritissimi olandesi sono riusciti ad arrivare ai calci di rigore, per poi piegare la diga oranje.

Molto più significativo, invece, il cammino del Brasile: dopo il primo posto a punteggio pieno nel Gruppo A (in verità non troppo arduo, con Canada, Nuova Zelanda e Angola), nella fase a eliminazione diretta i carioca hanno battuto prima il Cile (dopo una battaglia conclusasi 3-2), per poi fare malissimo alla nostra Italia, superata per 2-0, e quindi battere, in una vera e propria Finale anticipata, la Francia (reduce dal 6-1 rifilato alla Spagna nei Quarti e in cui giocano l’interista Agoume e lo juventino Ahamada). Inutile dire che i verdeoro sono favoritissimi per la gara decisiva, anche se un Messico così sorprendente non ha davvero nulla da perdere, a questo punto.

Italia, qualche rimpianto e cinque giovani che fanno ben sperare

E l’Italia? Il cammino degli azzurrini si è interrotto bruscamente ai Quarti di finale, quando i colpi dei brasiliani Patryck e Peglow hanno domato la squadra allenata da Carmine Nunziata, che ha pagato cara un po’ di ingenuità ma ha messo più volte in difficoltà i probabili campioni del mondo. Si è trattato comunque di una spedizione ampiamente positiva, per la nostra selezione, che ha disputato un’ottima fase preliminare, conquistando il secondo posto nel Gruppo F a un solo punto di distanza dal Paraguay, dopo aver superato le Isole Salomone e proprio il Messico. Negli Ottavi, poi, vittoria di misura contro l’Ecuador.

Ancora più importante del risultato finale, però, sono stati la mentalità e il gioco messi in mostra dai ragazzi di Nunziata. Privi della stellina Sebastiano Esposito, precettato da Antonio Conte, che aveva bisogno di uomini per rimpolpare il reparto offensivo dell’Inter, gli azzurrini hanno messo in mostra almeno cinque talenti che fanno ben sperare per il futuro del nostro calcio. Certo, è prestissimo per dire quali di essi davvero sbocceranno, ma le premesse sono davvero ottime.

In difesa, l’interista Lorenzo Pirola ha fatto capire perché Conte ha sempre più intenzione di aggregarlo spesso alla prima squadra: arcigno centrale quando c’è da bloccare gli avversari, sa anche colpire in attacco (un gol contro il Paraguay e una traversa contro le Salomone). Il capitano Simone Panada (Atalanta), una specie di Pirlo junior, gioca già con la saggezza del veterano, ed è solo un 2002. Molto bene anche il versatile Destiny Udogie (Verona), capace di giocare sia da terzino che da interno di centrocampo, con la sua grinta e i suoi inserimenti in attacco. In attacco, le speranze hanno il nome dello juventino Franco Tongya (esterno sinistro ma anche trequartista), talento anarchico ancora tutto da svezzare, e dell’interista Willy Gnonto, classe 2003 autore di tre gol e che rimpiangerà a lungo la palla-gol non sfruttata per riaprire la sfida con il Brasile.

Cinque talenti che peraltro sono la rappresentazione plastica di una possibile nazionale italiana finalmente multietnica e in cui, si spera, cori razzisti e intemperanze verso i giocatori di colore potranno diventare solo un imbarazzante ricordo.

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