Blackout bet365: l’outage Cloudflare da 300 milioni

Martedì 18 novembre 2025, ore 12:20: gli schermi mostrano “Sorry, you have been blocked”. Bet365 è irraggiungibile insieme a ChatGPT, X e Spotify. La causa è un errore di configurazione in un database ClickHouse di Cloudflare con perdite stimate tra 250-300 milioni di dollari.

Il bug che ha fermato il 20% del web

Una modifica ai permessi di accesso a un database per i file di configurazione ha causato la restituzione di dati duplicati, raddoppiando le dimensioni del file distribuito ogni cinque minuti a tutti i server della rete globale. Quando il file ha superato il limite previsto dal codice, un’istruzione unwrap in Rust ha generato un crash a catena con errori HTTP 500.

Matthew Prince, CEO di Cloudflare, ha riconosciuto il peggior incidente dal 2019. Inizialmente il team ha sospettato un attacco DDoS massivo: i sintomi erano identici. Dopo oltre un’ora di indagini hanno identificato l’origine. Non un nemico esterno, ma un bug interno nel modulo Bot Management progettato per difendere i siti web dagli attacchi.

Logo bet365

Outage Cloudflare manda offline bet365 e servizi globali

Per bet365, sponsor della Champions League, che utilizza IP dedicati sulla rete Cloudflare per servire oltre 10 milioni di clienti in 17 lingue, questa dipendenza si è rivelata una vulnerabilità critica. DownDetector ha registrato un’impennata nelle segnalazioni durante l’outage, con picchi simultanei per piattaforme CFD e servizi finanziari sulla stessa infrastruttura. Nessun accesso a conti, cash-out o hedging per 187 minuti.

I numeri chiariscono l’impatto economico. Secondo Forrester, le perdite dirette e indirette hanno raggiunto i 300 milioni di dollari in tre ore. Finance Magnates ha calcolato perdite significative per i broker CFD, che hanno visto evaporare circa 1,58 miliardi in volume di trading. Per l’industria iGaming, dove i costi di downtime superano i 5.600 dollari al minuto, l’impatto è stato considerevole.

Single Point of Failure e rischio concentrazione

Cloudflare non è un caso isolato. Nel 2025 si sono registrati quattro outage maggiori di Cloudflare, uno ogni 85 giorni, più interruzioni di AWS e Google Cloud Platform. La frequenza assoluta degli outage non è aumentata, come documenta l’analisi ufficiale di Cloudflare. È cambiata la dipendenza concentrata da pochi provider enormi. Gli esperti definiscono questo fenomeno Single Point of Failure, un componente la cui rottura manda in crash l’intero sistema. Cloudflare, gestendo circa il 20% del traffico web globale, rappresenta uno dei più grandi SPOF dell’Internet moderno.

La risposta tecnica esiste: strategie Multi-CDN, dove le organizzazioni distribuiscono il traffico tra più provider, permettendo il failover automatico. Ma queste soluzioni richiedono investimenti significativi. Un’architettura Multi-CDN può incrementare i costi infrastrutturali del 40-60% per operatori di medie dimensioni. Barriera significativa per chi compete su margini ristretti nel betting online.

Gli operatori regolati dove l’ADM impone uptime superiori al 99,5 percento affrontano un paradosso: devono rispettare standard stringenti ma possono essere messi offline da fornitori terzi su cui hanno controllo zero. L’outage del 18 novembre ha rappresentato lo 0,41 percento di un mese, vicino ai limiti regolamentari. Quando la causa è un’infrastruttura esterna come Cloudflare, la responsabilità resta indefinita per i regolatori.

Alberto Lattuada
Alberto Lattuada

Redattore e betting strategist, porta oltre 15 anni di esperienza e massima affidabilità. Il suo metodo rigoroso, basato su numeri e analisi verificate, assicura notizie autorevoli e puntuali. Nessuna opinione, solo dati concreti.

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