Pubblicità su scommesse e gioco d’azzardo: come cambia l’Europa

Tiene banco nell’ultimo periodo la questione legata alle pubblicità sulle scommesse ed il gioco d’azzardo che stanno prendendo sempre più spazio in TV. Un settore “delicato” e che andrebbe monitorato con maggiore attenzione, tanto che in diversi paesi d’Europa la questione è materia di forte dibattito soprattutto perché spesso ad essere a rischio è l’integrità dei minori di 18 anni.

Una redazione TV

Le pubblicità sulle scommesse sportive stanno prendendo sempre più spazio in TV. ©Vita.it

In Inghilterra lo ha fatto presente la UKGC (UK la Gaming Commission) che con altre organizzazioni si sono riunite per richiedere agli operatori online di rimuovere qualsiasi pubblicità che possa attirare l’attenzione dei minori di 18 anni. Nel Regno Unito la pubblicità sui giochi d’azzardo è aumentata del 5.000% dal 2007 al 2012, una crescita astronomica (è indicativo che nel 2007 le società di scommesse sono state ammesse a pubblicizzare i propri prodotti in televisione). L’Associazione governativa locale (LGA), costituita da consigli locali del Regno Unito, ha richiesto che le pubblicità del settore delle scommesse siano soggette a “maggiori restrizioni” al fine di minimizzare il rischio che i giovani sviluppino dipendenza dal gioco. Secondo uno studio infatti 1 bambino su 9 di età compresa fra 11 e 15 anni segue le società di betting sui social media. Simon Blackburn, presidente della commissione LGA afferma:

L’aumento degli eventi sportivi televisivi, come il calcio della Premier League, fanno sì che gli spettatori, ed in particolar modo i bambini, siano esposti a una crescente quantità di brand e messaggi di scommesse. Il governo dovrebbe considerare seriamente restrizioni più severe sulla pubblicità del gioco. Simon Blackburn, Presidente della commissione LGA

Il Belgio e Cipro hanno introdotto nuove restrizioni sulla pubblicità di giochi e scommesse tutelando maggiormente i consumatori. La nuova legislazione limita la pubblicità del settore sportivo: gli operatori di scommesse sportive potranno pubblicizzare le scommesse prima e dopo l’evento, ma non durante i match. Restrizioni significative soprattutto per i bambini: saranno vietate pubblicità di gioco d’azzardo entro 15 minuti prima o dopo un programma destinato ai bambini, e saranno bandite le pubblicità di scommesse sportive prima delle ore 20:00.

In Italia, come in Spagna (dove i messaggi pubblicitari relativi a giochi e scommesse rappresentano il 20% del totale delle pubblicità trasmesse sui canali sportivi) ci sono ancora poche restrizioni a riguardo e in molti lamentano che i minorenni siano troppo esposti. Il decreto attuativo del divieto di pubblicità previsto dalla Legge di Stabilità 2016 per molti è troppo elastico (non sono soggette le TV a pagamento) e ci sono opinioni contrastanti in materia. A riguardo Fabio Schiavolin, AD di Snaitech ha dichiarato:

Riteniamo che attraverso il divieto totale della possibilità di comunicazione delle società che si occupano di gioco non si raggiunga il risultato che si vuole ottenere, che invece è raggiungibile solo con la giusta informazione sui rischi connessi al gioco. Il dovere sociale delle aziende di gioco è quello di usare toni e linguaggio corretti per promuovere un prodotto che, per sua natura, è un prodotto di delicata trasmissione e quindi va maneggiato con un codice linguistico particolare. Fabio Schiavolin, AD di Snaitech

Secondo i dati forniti da Nielsen, in Italia nel 2016 la metà degli investimenti pubblicitari del gioco sono stati concentrati sulle scommesse sportive, mentre una discreta fetta del mercato è stata divisa anche fra gli spot del Lotto, Superenalotto e 10eLotto. Nel 2016 le società operanti nel settore delle scommesse hanno investito 71,6 milioni di euro in pubblicità: solo nel settore delle scommesse sportive sono stati impegnati circa 34,2 milioni di euro in pubblicità (+79% rispetto al 2015), in calo invece gli spot sul poker online con 3,1 mln (-7%) e sui giochi online (11,7 mln).

Nonostante i diversi canali (su tutti internet), resta la televisione il mezzo preferito preferito per gli spot pubblicitari, potendo sfruttare al massimo la visibilità che danno gli eventi calcistici. Sono innumerevoli infatti le pubblicità degli operatori di scommesse che appaiono durante un match di Serie A o durante una trasmissione sportiva. Si stima che siano stati impiegati 61 milioni di euro in spot televisivi sulle scommesse sportive, 4,5 sono i milioni investiti in internet, 4 sui quotidiani cartacei, 1 milione in radio ed 1 milione fra periodici, cinema, cartellonistica ecc.

Per un -4,6% relativo agli investimenti del gioco online, si registra un +134% per le scommesse sportive e i giochi numerici: anche Internet impallidisce davanti a queste cifre (4,4 milioni spesi nel 2016 con un +6,3% rispetto al 2015). In Italia oltre mezzo milione di ragazzi con un età compresa tra i 15 ed i 17 anni ammette di scommettere.

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