Malta: “gonfiate” le quote sull’Eurovision con fondi pubblici

Probabilmente sarà giunta anche a voi la notizia che l’Eurovision Song Contest 2021 ha visto il trionfo del rock-pop degli italiani Måneskin. Tra i concorrenti più accreditati dai bookmaker per la vittoria finale c’era la maltese Destiny Chukunyere. Malta avrebbe però usato fondi pubblici per “gonfiare” le quote della sua portabandiera.

Uno scandalo a Malta

Il logo dell'Eurovision Song Contest e due ragazzi che esultano davanti a uno smartphone

Scandalo a Malta: fondi pubblici usati per modificare le quote dei bookie sull’Eurovision Song Contest.

La piccola isola del Mediterraneo, gli appassionati di betting lo sanno bene, è uno dei centri nevralgici a livello mondiale per l’industria delle scommesse e del gioco, visto il particolare regime fiscale maltese. Per questo, però, Malta è talvolta anche epicentro di vicende non limpidissime che purtroppo rovinano la reputazione dell’intero settore: la notizia che stiamo per raccontare è una di queste, e si lega alla vera e propria ossessione maltese per vincere l’Eurovision Song Contest.

Come sapete, l’edizione 2021 dell’importante rassegna canora, disputatasi all’Ahoy Arena di Rotterdam, in Olanda, ha visto la vittoria, a trent’anni di distanza dall’ultima volta, degli italiani Måneskin. Il loro rock-pop potente e grintoso ha stregato soprattutto il pubblico continentale, che ha determinato la vittoria rovesciando il verdetto delle varie giurie nazionali, che invece aveva favorito francesi e svizzeri.

La band romana ha così preceduto Barbara Pravi, chanteuse francese, e Gjon’s Tears, interprete svizzero, con gli ucraini Go_A a rappresentare la sorpresa, al quinto posto, grazie al mix folk-techno della loro Shoam. Secondo i bookmaker, però, tra le favorite c’era proprio la rappresentante di Malta, Destiny Chukunyere, con la sua Je me casse, poi invece classificatasi settima.

C’era un motivo, però, per la presenza della pur brava interprete isolana nella shortlist dei favoriti, ovvero delle scorrette manovre messe in atto dall’ente del turismo maltese e dall’emittente pubblica televisiva locale, che avrebbero stornato oltre 650.000€ provenienti dalle tasse dei cittadini per “gonfiare” le quote dei bookie su di lei e influenzare così le scelte del pubblico.

PBS e MTA sul banco degli imputati

Il ministro maltese per le telecomunicazioni, Carmelo Abela, si è visto infatti costretto ad aprire un’inchiesta sull’impiego di fondi pubblici da parte di due enti governativi, la PBS (che controlla appunto l’emittente pubblica nazionale, TVM) e l’MTA (ente di promozione del turismo maltese).

Le due agenzie avrebbero infatti utilizzato in maniera inappropriata oltre 650.000 euro provenienti dal gettito fiscale sulla popolazione per promuovere l’ignara Chukunyere e la sua Je Me Casse. Secondo quanto riportato dal Times of Malta, almeno metà di questa somma sarebbe stata usata per “gonfiare” le quote sulla cantante, piazzando scommesse a suo favore e spingendola così al terzo posto nella lista dei favoriti alla vigilia della finale. Un’altra metà della somma sarebbe invece stata investita per conquistare i favori di influencer internazionali.

In effetti, Destiny è risultata terza nel voto delle giurie nazionali, poi completamente ribaltato dal voto popolare, che ha determinato la stranetta vittoria dei Måneskin con 318 voti, mentre la rappresentante di Malta ne ha ottenuti solo 47.

Il fatto singolare è che il possibile abuso di fondi pubblici è stato comunicato al ministro Abela direttamente dal consiglio di amministrazione della stessa società di gestione della tv pubblica dell’isola. Almeno un dirigente avrebbe ammesso che una parte del budget marketing è stato stornato per il finanziamento di utenti stranieri che hanno scommesso su Destiny. L’ente turismo avrebbe invece sforato il suo budget proprio a favore degli influencer, che hanno pubblicato post sui vari canali social a favore di Malta e della sua interprete.

Non è certo un bel momento per la Gaming Authority maltese, che non aveva bisogno di questa gatta da pelare in un periodo in cui lo stesso ministro Abela è sotto richiesta di dimissioni per una presunta complicità in una rapina del 2010, e in cui il nuovo numero uno della stessa autorità del gioco è sotto un fuoco di critiche per la sua inesperienza nel settore del gioco. Parafrasando il successo dei Måneskin, sarà difficile fare stare “Zitti e buoni” i settori dell’opposizione e dell’opinione pubblica che invocano giuste chiarezze su queste vicende.

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