Decreto Dignità: FIGC chiede a Draghi la sospensione fino al 2023

È una FIGC con il cappello in mano, quella che si sta recando a Palazzo Chigi per chiedere al governo Draghi la sospensione fino a giugno 2023 del Decreto Dignità, nella sua parte in cui vieta le sponsorizzazioni dei bookmaker al mondo del calcio. La misura vuole far fronte alle perdite del settore causate dal covid.

La crisi del mondo del calcio

Il logo della Federazione Italiana Giuoco Calcio e un calciatore in azione

La FIGC chiede al governo di sospendere fino al 2023 il bando alle sponsorizzazioni dei bookie.

Inutile girarci intorno: come tutti sappiamo, il covid-19 è stato letale non solo per la salute di tutti noi, ma anche per innumerevoli settori produttivi. Senza voler fare comparazioni o parificare situazioni, indubbiamente anche il mondo del calcio ha ricevuto notevoli mazzate, da una stagione senza pubblico pagante negli stadi.

In un rapporto opportunamente titolato “Analisi e impatto socio-economico del calcio professionistico italiano” e pubblicato qualche giorno fa, la FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) ha sciorinato dati da brivido: i club hanno perso 314 milioni di euro di incassi negli ultimi due anni a causa degli incontri a porte chiuse. La stima sugli incassi persi a causa delle sponsorizzazioni perse si aggira invece attorno ai 244 milioni di euro.

Se questo, dal lato sportivo, si traduce nella necessità per praticamente tutte le squadre italiane di far fronte al deficit privandosi dei propri campioni (il caso dell’Inter, con le dolorose cessioni di Hakimi e, probabilmente, Lukaku, è in questo senso lampante, anche se causato anche da altri fattori esterni), da quello puramente economico significa che per molte società calcistiche lo spettro della bancarotta è tutt’altro che effimero.

La proposta della FIGC

Proprio alla luce di questi numeri così preoccupanti, la FIGC sta per chiedere ufficialmente al governo presieduto da Mario Draghi di sospendere uno dei punti più controversi del già di suo famigerato Decreto Dignità, ovvero quello legato al divieto assoluto di pubblicità diretta e indiretta per siti scommesse e casinò.

Già, perché questo bando ha ripercussioni pesanti proprio per il mondo del calcio, che si trova impossibilitato a trovare preziosi betting partner, il cui logo può apparire sui cartelloni a bordo campo quando non sulle divise da gioco in qualità di main sponsor, come accade in molti altri campionati di calcio in giro per il mondo.

La sospensione di questo divieto, secondo la Federcalcio, contribuirebbe a dare un po’ di ossigeno a un settore così duramente messo alla prova dalla pandemia. La proposta sarebbe di sospendere il bando alle sponsorizzazioni almeno fino al 30 giugno 2023.

In una nota ufficiale, la FIGC ha spiegato che l’impatto del covid-19 sul calcio e sull’indotto da esso generato è stato micidiale, provocando un calo degli importi del 18% (da 10.1 miliardi di euro a 8.2). Non solo: sono stati persi 27.000 posti di lavoro nel pianeta-calcio, che ha anche perso il 23% (pari a 245.000 unità) dei giocatori iscritti alla federazione.

La situazione è diventata dunque ingestibile per i club, si sottolinea, e l’intero settore calcio è a rischio, anche perché a livello generale la ripresa economica in Italia stenta a decollare. Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, non ha usato mezze misure:

Siamo a un bivio fatale. Bisogna agire in fretta per prevenire la crisi del calcio, che significa non solo lo stop per i club, ma anche la perdita di migliaia di posti di lavoro: sarebbe un disastro. Chiediamo al governo di riconoscere l’importanza del calcio come volano di ripresa economica, con l’adozione di misure urgenti per evitare il peggio.Gabriele Gravina, Presidente, FIGC

Le altre proposte della Federcalcio

Oltre alla sospensione fino al giugno 2023 del divieto di sponsorizzazioni nel calcio per bookmaker online e casinò, la FIGC chiederà al governo Draghi anche altri provvedimenti. Tra questi, il posticipo nel versamento dei contributi fiscali e di sicurezza sociale da parte delle società calcistiche per i prossimi cinque anni.

Inoltre, si chiede che il governo introduca misure di supporto alla liquidità delle società, nonché strumenti di garanzia per i club in difficoltà economiche, oltre alla messa in atto di meccanismi di credito fiscale e contributi di solidarietà per i settori giovanili dei club.

Infine, la creazione di un “fondo salva-calcio” cui sarebbe destinato l’1% di ogni tipo di scommessa sportiva piazzata presso i bookmaker AAMS/ADM (comprese quelle virtuali), sia online che in agenzia. Tale fondo avrebbe l’intento di supportare sia il settore professionistico che quello dei dilettanti, nonché il calcio femminile, le scuole calcio e i settori giovanili. Il punto è: i bookmaker saranno d’accordo?

Al netto delle difficoltà del settore calcio, indiscutibili e pesantissime e che indubbiamente vanno risolte al più presto, soprattutto per evitare la perdita di ulteriori posti di lavoro, andrebbe poi forse, a bocce ferme, fatta una considerazione sulla “finanza creativa” che molti club in questi anni hanno esercitato con ampia nonchalance e che rende non così semplice accettare a cuor leggero queste invocazioni di aiuto.

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