Christian Chivu, il profilo dell’allenatore possibile rivelazione
L’ex terzino e centrale di Roma e Inter si sta costruendo una fama di mister che coniuga tattica e un approccio di grande serenità nel rapporto con i giocatori. Studiamo più da vicino lo stile di Christian Chivu.
Chivu, il metodo di lavoro all’Inter
Christian Chivu è sempre stato un difensore diverso dagli altri. Non un grande chiaccherone, questo è certo, ma un ragazzo che ha sempre sgobbato duro e che è riuscito ad arrivare nel gotha del calcio, vincendo anche una Champions con la mitica Inter di Mourinho, grazie a una combinazione perfetta di eleganza, tecnica, anticipo e capacità di leggere il gioco.
Oggi che dal campo si è trasferito in panchina, Chivu sembra si sia portato dietro diverse caratteristiche che aveva già fatto vedere da giocatore. Soprattutto, è l’attenzione per i dettagli, la lucidità nell’analizzare le situazioni di gioco, che lo rendono un tecnico da seguire.
La sua gavetta l’ha fatta nelle giovanili dell’Inter, allenando, fra il 2018 e il 2021, Under 14, Under 17 e Under 18 delle squadre juniores nerazzurre, fino a essere promosso, proprio nel luglio del 2021, a tecnico della formazione Primavera, dove resta tre anni, fino al 2024, quando decide di provare il grande salto e aspetta una chiamata dai grandi.
La chiamata arriva, da Parma, per sostituire l’esonerato Fabio Pecchia e provare a salvare una squadra raccolta al terzultimo posto. Chivu ci riesce, chiudendo la stagione al sedicesimo posto e guadagnandosi, nella sorpresa generale, la chiamata dell’Inter.
Il calcio fatto vedere nelle giovanili nerazzurre è fatto di intensità e controllo, un mix affascinante di pressing alto e scelte di gioco sempre molto pragmatiche, affiancate da uno stile di comunicazione sobrio, che osserva quando succede in campo e lavora alle correzioni da apportare in allenamento.
La calma, nel suo modo di intendere il calcio, nel suo modo di vivere, è un elemento, un fattore, decisivo e fondamentale. Chivu, in numerose interviste, ha infatti sempre sottolineato come ai suoi ragazzi chieda, prima di tutto, la disponibilità a lavorare sulla gestione della pressione, perché è da lì, secondo il suo approccio, che è possibile sviluppare trame tattiche all’altezza.
Equilibrio, dunque, è la parola decisiva quando si descrive il calcio di Christian Chivu, che già in questo primi mesi di Inter ha fatto vedere di essere un allenatore al quale piace costruire intorno ai giocatori, senza fossilizzarsi su un modulo standard, come analizzato anche da Capello.
Analizzando le sue squadre, si vede come più volte Chivu abbia messo in campo sia 4-3-3 che 3-5-2, prediligendo una costruzione dal basso che non diventi però manichea, senza dunque disdegnare fasi di gioco contraddistinte da grande verticalità.
Il tecnico, già a Parma, nella sfide contro squadre dello stesso livello, ha fatto vedere di amare il dominio del gioco, di voler tenere il controllo della palla, ma anche di essere un allenatore al quale piace costruire le sue squadre in maniera flessibile, adattandole alle situazioni di campo, senza dunque dettami incontrovertibili.
Lo stile tattico di Chivu
Tutto, i quasi tutto, nel calcio di Chivu, parte dai difensori centrali, che devono prendersi moltissime responsabilità, andando a cercare le linee di passaggio garantite dagli smarcamenti dei centrocampisti, dai quali, allo stesso tempo, ci si aspetta grande densità.
Il pressing non è un’ossessione. Siamo lontani, quindi dal calcio ipersonico di Jurgen Kloepp: con Chivu si va a prendere l’avversario alto solo a strattoni, in fasi precise di gioco, e soprattutto solamente nei casi in cui i reparti abbiano trovato la compattezza giusta per stare dentro 25 metri di campo.
Questa dinamica tattica della distanza fra i reparti nasce dall’esperienza olandese, dai quattro anni passati come calciatore dell’Ajax, durante i quali Chivu si è appassionato alla cultura Orange per la palla, così come ha portato dalla sua Romania l’attenzione per il risultato, la concretezza delle scelte tattiche.
Il risultato è un calcio a volte compassato, di certo dal ritmo medio o addirittura basso, che non ha nulla di schizofrenico e che lavora per sottrazione, dove la precisione è preferita alla velocità e l’organizzazione al caos.
Non sorprende allora che, in numerose interviste Chivu abbia dichiarato di preferire la consapevolezza all’istinto, quando si parla di scelte in campo dei giocatori, più lucidità e meno adrenalina. Un mantra lo contrappone a molti maestri del calcio contemporaneo.
Da qui nasce il lavoro di Chivu su dettagli minimi: la posizione del corpo, orientamento dei passaggi, i tempi di uscita in pressing. Si utilizza parecchio il video, ma, più che come strumento assillante di tattica, come sintesi dei movimenti da effettuare.
C’è insomma, in tutto il sistema tecnico “chivuiano”, un’estrema attenzione per l’analisi, coadiuvata da un rapporto con i calciatori molto diretto e gestito, per quanto possibile, da conversazioni costanti a livello individuale.
Tranquillo ma esigente, calmo ma severo, carismatico ma silenzioso, Christian Chivu è un allenatore la cui traiettoria suscita grande curiosità. Sarà davvero interessante vedere dove riuscirà a portare l’Inter lasciata orfana da Simone Inzaghi.
Le analisi sportive di Mauro Mondello sono plasmate da un’esperienza giornalistica di livello internazionale (The Guardian, La Repubblica, L’Ultimo Uomo) e dal prestigio di un passato come Yale World Fellow. Porta questa prospettiva unica nel suo ruolo di voce autorevole di Talkbet&Risposta e offre pezzi di approfondimento che coniugano dati, storie e spessore.

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