Scommesse, Schiavolin (SNAI) è critico: il governo ci penalizza

Quando a parlare è il numero uno di un “pezzo grosso” del comparto scommesse e giochi, le sue frasi hanno un peso maggiore. E quelle di Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech, non sono state tenere con il governo Conte. Secondo il manager, le scelte dell’esecutivo penalizzano il settore.

Le scelte del governo Conte

Un laptop e i loghi di SNAI e Snaitech

Il numero uno di Snaitech, Fabio Schiavolin, è molto critico con le scelte del governo per il settore scommesse.

Come abbiamo potuto tutti constatare in queste settimane, l’Italia, uno degli stati più colpiti dalla pandemia di covid-19, sta lentamente e cautamente cercando di tornare alla normalità dopo due pesantissimi mesi di lockdown che hanno messo a dura prova non soltanto la vita delle persone ma anche la tenuta dell’intero sistema economico-produttivo.

Ora che la ripartenza sta gradatamente diventando realtà a tutti i livelli, però, permane una notevole lentezza per quanto riguarda un settore che, volenti o nolenti, è una voce importante del bilancio statale, ovvero quello legato a scommesse e giochi, soprattutto naturalmente per quanto riguarda le agenzie fisiche. Proprio a proposito di questa lentezza sono arrivate le critiche di Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech, gruppo italiano che controlla, tra gli altri, il bookmaker online SNAI, gli ippodromi di Milano e Montecatini Terme e soprattutto 2.100 betting shop.

Le parole di Schiavolin: “Noi penalizzati, non dimenticati”

Seppure espressi in maniera pacata, i concetti del numero uno di Snaitech pesano come macigni, e mettono sul banco degli imputati le scelte del governo. Del resto, Snaitech, come tutti gli operatori .it, è ferma dall’8 marzo scorso, uno stop che ha generato una contrazione dei ricavi vicina al 90%.

Più che dimenticati, siamo stati penalizzati. Non credo che la nostra ripartenza agli ultimi gradini delle attività produttive sia una casualità.Fabio Schiavolin, Amministratore Delegato, Snaitech

L’a.d. di Snaitech è molto preoccupato anche per la situazione economica della sua azienda, che è al momento tenuta a galla grazie al comparto online: “Oggi le nostre uniche entrate – spiega – sono garantite dalle attività online. L’attività online ci sta consentendo di ridurre le perdite e mantenere il bilancio in parità, ma non potremo sopportare questa situazione ancora a lungo”.

Un altro problema è quello dei dipendenti dell’azienda. Snaitech impiega in modo diretto 920 persone, cui vanno aggiunti i circa 14.000 addetti della rete, un enorme indotto generato sul territorio. Molti dei dipendenti, all’incirca 600, saranno toccati dalla cassa integrazione anticipata.

Eppure, SNAI e tutti gli operatori del settore gioco e scommesse potrebbero ripartire subito, dice Schiavolin: “Siamo pronti per ripartire in sicurezza. Le nostre associazioni di categoria hanno redatto protocolli condivisi anche dai sindacati, che prevedono l’ingresso contingentato nel punto vendita previa misurazione della temperatura, le sanificazioni di tutti gli elementi, il distanziamento fisico per mezzo di barriere e l’uso obbligatorio di dispositivi di protezione individuale sia per gli operatori che per i clienti”.

Ci aspettavamo di essere inseriti nella ripartenza del 3 giugno, ma apprendiamo invece che quella del nostro settore non è prevista nemmeno nella finestra del 13 giugno. Sembra davvero esserci la volontà politica di penalizzare il comparto.Fabio Schiavolin, Amministratore Delegato, Snaitech

I rischi per la legalità

La mancata presenza del settore, per quanto riguarda le agenzie fisiche, nella ripartenza del 13 giugno è giudicata incomprensibile e pericolosa, da Schiavolin, anche alla luce del fatto che la Bundesliga è già ripartita, e Premier League e Serie A stanno per farlo. “L’offerta sportiva sta per tornare a regime, non vediamo motivo per tenere chiuso un intero comparto. Anche perché quando l’offerta legale viene a mancare la domanda viene compensata da attività illegali”, il pensiero dell’a.d. di Snaitech.

Queste parole fanno eco a quelle del capo della Polizia, Franco Gabrielli, che in un documento ufficiale ha manifestato la preoccupazione del suo corpo, legata al fatto che la chiusura delle sale e l’interruzione delle scommesse sportive e dei giochi gestiti dai Monopoli possano aumentare il ricorso al gioco illegale.

Del resto, all’interno del governo stesso ci sono visioni molto diverse tra i suoi esponenti, relativamente al settore scommesse e giochi. Il M5S è, in particolare, storicamente avverso al settore, e nei giorni scorsi il suo portavoce al Senato, nonché viceministro dell’Interno, Vito Crimi, in un tweet è stato categorico: “Slot, scommesse e azzardo devono essere gli ultimi a tornare in attività. La decisione di posticiparne la riapertura è positiva. Se non riaprissero più sarebbe meglio”.

Le conseguenze del lockdown e della mancata riapertura

Fabio Schiavolin ha concluso il suo intervento snocciolando dati relativi al suo gruppo, ma facilmente confrontabili con quelli dei competitor. Nel 2019, Snaitech ha raccolto circa 10 miliardi di euro. Al netto di quanto restituito ai giocatori, i ricavi sono stati pari a 1.9 miliardi di euro, di cui 1.1 versati all’erario, con un fatturato netto di 800 milioni di euro.

Nel complesso, il settore scommesse e giochi legale impiega 150.000 lavoratori, con una raccolta pari a 110 miliardi di euro. Di questi, 8.3 vanno ai vari player, mentre 11 miliardi sono destinati allo Stato e il resto sono premi ai giocatori. Secondo Schiavolin, i tre mesi di chiusura della filiera sono costati 2 miliardi di euro di minor gettito allo stato.

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