GVC Holdings e la Turchia, una relazione d’affari costata cara

Il gigante del betting GVC Holdings, che aggrega importanti operatori come bwin e Gioco Digitale, ha deciso di rinunciare a una sontuosa offerta di 186 milioni di dollari per l’acquisto della sua consociata operante in Turchia, Headlong LTD., e di cederla gratis. I motivi di questa incredibile operazione, in una vicenda degna di un film.

GVC Holdings vuole allontanarsi dal mercato turco

Il logo di GVC Holdings e una riproduzione di calcio giocattolo

GVC Holdings e la Turchia: come un complicato rapporto d’affari si riverbera sul betting group.

GVC Holdings è uno dei più importanti protagonisti del mondo del betting internazionale. Gruppo che raccoglie numerosi marchi presenti anche sul nostro mercato, come bwin e Gioco Digitale, ha naturalmente esteso i propri affari anche in numerosi Paesi europei. In particolare, fin dal 2017 è stato decisamente attivo in Turchia: addirittura, le operazioni di GVC costituivano un terzo dell’intero volume economico del betting turco. C’è un problema, però: in quello Stato, infatti, il gambling online non è ancora normato.

Nello stesso periodo, erano iniziate le trattative per l’acquisizione, in Inghilterra, da parte di GVC dello storico marchio Ladbrokes Coral. Per questo motivo, il CEO di GVC, Kenny Alexander, aveva iniziato a pensare a una exit strategy da un mercato in piena “zona grigia” a livello di legalità come quello della Turchia. Come fare? Vendendo la consociata turca, Headlong LTD. Il costo dell’operazione era stato quantificato nella cifra record di 186 milioni di dollari. Le cose però non sono andate esattamente così.

Il ruolo di Rospo Malta

Il compratore di Headlong era stato individuato in Rospo Malta. Questo è il nome di una giovane azienda nata nel 2017 per opera di alcuni piccoli imprenditori che fornivano, proprio a Headlong, servizi di IT. Il problema è che questo marchio non era pronto a fornire i 186 milioni di dollari necessari all’operazione, e si era proposta di dilazionare il pagamento su un periodo di cinque anni.

Questa proposta però è stata vista di cattivo occhio da GVC. Il CEO Kenny Alexander, non senza ragione, ha ritenuto che un coinvolgimento così lungo con uno stato come la Turchia, dove la legislazione sul gioco online è ancora inesistente, non avrebbe giovato all’acquisizione di Ladbrokes Coral. Per questo motivo la transazione con Rospo Malta è finita in nulla. La svolta è arrivata con l’entrata in scena di Ron Watts, amico e socio di Alexander, con il quale possiede e amministra una scuderia di cavalli in Scozia. Il colpo di scena? Nell’estremo tentativo di evitare il danneggiamento dell’acquisizione di Ladbrokes Coral, GVC ha demandato a Watts e alla sua società Dochandoris (di cui Alexander è socio) la gestione completa delle operazioni legate al gambling in Turchia. Il tutto, ed è qui la vera sorpresa, a titolo completamente gratuito.

L’impressionante decisione di GVC

La rinuncia a 186 milioni di dollari (seppure spalmati su 5 anni) è una notizia incredibile. Indubbiamente, però, GVC ha fatto i suoi conti, e ha preferito questa drastica soluzione per non avere in curriculum un passato discutibile a livello di reputazione e potere così svolgere le importanti acquisizioni in programma, così come l’espansione sul mercato nordamericano (già iniziata con l’ottenimento di una licenza di gioco valida per il Nevada). Poter operare sul mercato, a volte, costa carissimo. Ne sarà valsa la pena? Lo scopriremo solo nei prossimi anni!

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