Giovanni Garrisi e il ruolo di Stanleybet nel betting italiano

Nel corso della fiera Enada di Rimini, dedicata alle ultime novità nel mondo del gaming e delle scommesse, Giovanni Garrisi, CEO di Stanleybet, è intervenuto a un convegno dedicato ai prossimi sviluppi del mercato italiano. È stata l’occasione per esprimere il punto di vista combattivo dell’azienda, che vuole partecipare alla prossima gara per l’assegnazione delle licenze.

Il convegno organizzato durante la fiera Enada

Giovanni Garrisi, CEO di Stanleybet, e il logo del bookmaker online

Durante un convegno all’Enada di Rimini, il CEO di Stanleybet Garrisi parla dell’azienda e del betting in Italia.

La fiera Enada, che si svolge ogni anno a Rimini, è un appuntamento imprescindibile per tutti gli operatori dei comparti gaming e betting, un’occasione unica per confrontarsi sulle grandi tematiche che riguardano il settore e presentare contemporaneamente tutte le novità più importanti messe a punto dai vari bookmaker o sviluppatori di piattaforme online. A margine delle giornate di incontri tra i vari player nei rispettivi stand e delle presentazioni ufficiali, si tengono anche dei convegni, che diventano spesso il luogo privilegiato per scambi e prese di posizione sui temi più “caldi”.

Uno di questi convegni, quello intitolato “Gara scommesse, proibizionismo comunale, divieto di pubblicità: in che direzione va il mercato italiano del gioco”, ha visto la partecipazione di Giovanni Garrisi, CEO di Stanleybet e operatore che conosce a menadito il mondo del betting, lavorandovi ininterrottamente dal 1994. Il manager del gruppo britannico è apparso particolarmente combattivo soprattutto per quanto riguarda i temi della legalità e le vicende giudiziarie che hanno toccato l’azienda per cui lavora. Garrisi così si è espresso sulla ventilata sanatoria che il Governo starebbe pensando di riservare agli operatori del betting coinvolti in diatribe legali:

Le sanatorie sono il veleno dell’Italia, in Inghilterra non si fanno. Se ci fosse uno Stato pronto a far rispettare le regole, nessuno opererebbe illegalmente.Giovanni Garrisi, CEO di Stanleybet

Stanleybet e la partecipazione alla gara per le licenze scommesse

Il manager del gruppo scommesse inglese si è anche espresso su altri due spinosi argomenti che riguardano il mondo del betting in generale e il bookie dalla grande “S” in particolare: la prossima gara di assegnazione delle licenze per le scommesse e le vicende giudiziarie che hanno toccato la sua azienda. L’amministratore ha mostrato grande determinazione, spiegando come Stanleybet parteciperà alla prossima gara, anche se essa avverrà con criteri giudicati dal board e dagli addetti ai lavori discriminatori per i player non italiani. Garrisi ha spiegato:

Voglio coraggio, voglio che questo settore cambi: ci faremo rispettare e spero che l’industria sia tutta con noi nel pretendere il ripristino della legalità. A mio parere, però, la gara non ci sarà. Se ci sarà, certamente ci saremo anche noi, attivi all’interno del sistema: non nei salotti o negli ambienti parlamentari ma aprendo i manuali di diritto.Giovanni Garrisi, CEO di Stanleybet

Garrisi ha anche spiegato come Stanleybet intenda essere nel sistema Sogei già dalla prima partita del prossimo campionato di Serie A, e che a tal proposito è stato attivato un pool di esperti per riuscirci per tempo. Il manager ha spiegato come già nel 2000 Stanley volesse partecipare alla gara, ma che fu stoppata perché vennero repentinamente escluse dall’assegnazione le società quotate in borsa, una situazione a cui il gruppo ha reagito, non accettando le regole e impugnandole per vie legali. L’amarezza del numero uno di Stanleybet per l’Italia è riassunta nella chiosa finale: “È dal ’94 che lavoro in questo settore, e ho l’impressione che sul betting noi italiani abbiamo fatto un errore storico, avendo voluto noi stessi questi governanti”.

In chiusura, è stato fatto un cenno anche alle recenti vicende giudiziarie sulla questione dei Centri Distribuzione Dati, di cui nelle nostre news abbiamo in passato dato conto:

Per fortuna in Calabria c’è un magistrato di nome Musolino che ha indagato bene nel settore, e ora la battaglia di Stanleybet sulla questione dei CTD è stata cavalcata anche da altri, con la conseguenza che ad esprimersi definitivamente saranno Consiglio di Stato e Commissione Europea.Giovanni Garrisi, CEO di Stanleybet

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