Il metodo Moneyball: cos’è e come funziona nel baseball

Divenuto universalmente famoso grazie al film omonimo interpretato da Brad Pitt, questo sistema di analisi delle prestazioni degli atleti ha trasformato, a partire dal baseball, lo sport professionistico. Vediamo in che modo.

Metodo Moneyball, come funziona

Moneyball non è soltanto una parola diventata di moda quando si commentano gli acquisti di sportivi, in qualsiasi disciplina, rispetto ai quali si sa molto poco. Oggi, piuttosto, è un elemento estremamente influente nell’ambito della programmazione sportiva di qualsiasi club, in qualsiasi sport, a livello mondiale.

Tutto, com’è ben noto, è partito dalla Major League Baseball (MLB), il campionato di baseball statunitense nel quale oggi, anche grazie alle dinamiche tecniche di una disciplina che permette, più di altre, la valutazione delle prestazioni in maniera statistica, Moneyball ha rimodellato tutto il meccanismo di player trading.

Grafici e dati

Il metodo Moneyball, cos’è

Quando si parla di Moneyball ci si riferisce a una strategia che ha trasformato il modo in cui le squadre di baseball valutano i giocatori, un modello di analisi che è stato poi trasferito a tanti altri sport. Questo approccio, basato in maniera rigida sui dati, utilizza l’analisi statistica per identificare i giocatori sottovalutati, poco evidenti ma con qualità tecniche sostanziali, consentendo alle squadre di costruire delle rose competitive, mantenendo sotto controllo i costi.

In pratica Moneyball si basa sul principio secondo cui la prestazione complessiva di un giocatore sul campo è più importante delle statistiche tradizionali più gettonate, come la media di battuta o i fuoricampo. Si utilizzano invece parametri che rubano meno l’occhio, ma che dicono molto sulla qualità complessiva di un atleta, come ad esempio la percentuale in base e i punti difensivi salvati. Attraverso questa tipologia di analisi, incentivando la capacità dei direttori sportivi di pensare fuori dagli schemi, Moneyball ha costruito un metodo in grado di permettere alle squadre di baseball di raggiungere buoni risultati, nonostante risorse economiche limitate.

Certo, non si può dimenticare che non tutti gli addetti ai lavori considerano questo sistema in maniera positiva. Secondo molti, la strategia Moneyball, nella sua unidimensionalità, non valuta caratteristiche caratteriali, carisma, leadership, tutte qualità non statistiche e intangibili, che possono fare la differenza nella scelta di un giocatore.

La storia vera di Billy Beane

Nel 1995 Billy Beane sta scalando posizioni all’interno del management degli Oakland Athletics, franchigia storica della Major League Baseball statunitense, per i quali si disimpegna come talent scout. Quando, nel 1996, la squadre viene venduta agli investitori immobiliari Steve Schott e Ken Hofmann, Beane è l’uomo giusto al posto giusto. Diversamente dalla gestione precedente della famiglia Haas, che aveva costruito uno dei roster più costosi di tutta la Major League, i nuovi proprietari, infatti, guardano agli Oakland A come a un investimento, qualcosa che deve portare, senza dubbi di sorta, dei ricavi.

Il nuovo mantra è quindi tagliare i costi, ridurre le spese, liberarsi dei contratti più onerosi: sono finiti i tempi delle vacche grasse. Beane è l’uomo designato dai nuovi proprietari per ristrutturare la squadra secondo queste direttive ed è lì che il general manager appena nominato decide di affidarsi a Paul DePodesta, l’inventore del metodo Moneyball.

Era proprio DePodesta, infatti, ad aver ideato un meccanismo di analisi in grado di trovare giocatori sottovalutati, calcolato sulla base di variabili statistiche ignorate dagli scout MLB. Comincia così a lavorare su una struttura che possa aumentare le probabilità che gli Oakland A arrivino ai playoff. In maniera in fondo banale, ma molto lineare, comincia a calcolare quante partite vanno vinte per poter raggiungere la fase finale della stagione, costruendo poi un roster in grado di raggiungere quell’obiettivo minimo.

Il resto è storia, con gli Oakland Athletics in grado di macinare qualificazioni ai playoff anno dopo anno, con monti salariali spesso inferiori di oltre l’80% rispetto a squadre come i New York Yankees e la capacità di resuscitare giocatori completamente fuori dai radar degli osservatori classici.

Moneyball ha rivoluzionato il modo in cui le squadre valutano i giocatori e costruiscono le proprie compagini. Ha dimostrato come analisi dettagliate possono permettere alle squadre, in qualsiasi sport (vedi il Milan di Moncada, uno dei club in Europa che scova più giocatori con questo sistema, Thiaw e Musa gli ultimi) di costruire roster virtuosi e funzionali ad obiettivi sportivi anche ambiziosi. In generale, questa strategia ha cambiato per sempre il mondo del baseball statunitense della MLB, aiutando le squadre con budget più bassi a competere contro i club storici.

Sebbene le critiche nei confronti di Moneyball siano molte, su tutte quelle che, come menzionato sopra, accusano questa strategia di aver eliminato la valutazione dell’aspetto umano nello sport quando si valuta un’atleta, non possono certo passare inosservati i grandi vantaggi finanziari, uniti ai risultati sportivi, che questo sistema garantisce.

Le innovazioni di Moneyball hanno consentito a tantissimi team di baseball MLB, e a diverse alte squadre in tanti altri sport in ogni parte del mondo, di sviluppare strategie di player trading intelligenti, che sfruttano i punti di forza e di debolezza di ciascun giocatore. Il risultato è un baseball professionistico (uno sport a livello mondiale) in continua evoluzione e più emozionante che mai.

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