Europa League, la finale: l’Inter affamata o l’esperto Siviglia?

Siamo finalmente all’ultimo atto. Questa sera alle ore 21.00, al RheinEnergie Stadion di Colonia, va in scena la finalissima dell’Europa League 2019/20: di fronte il Siviglia, la squadra più vincente del trofeo, e l’Inter, che vuole tornare a far gioire i tifosi in Europa dopo dieci anni. Sarà una partita vietata ai deboli di cuore.

I temi tattici della finalissima

I loghi di Siviglia, Inter ed Europa League

Ci siamo: si assegna l’Europa League, e per l’Inter c’è il temibile Siviglia.

Calcio spagnolo (ma con mentalità basca: Julen Lopetegui ha infuso ai suoi ragazzi tutta la sagacia tattica dei maestri di Euskadi) contro gegenpress all’italiana, esperienza contro fame, cinismo contro aggressività esasperata. E poi le storie individuali: i grandi ex di Milan e Inter (Suso, Ocampos e Banega), vogliosi di rivincita, contro le motivazioni di giovani (Bastoni, Lautaro, ma anche Gagliardini) e più navigati “guerrieri” (da Handanovic a D’Ambrosio passando per Young e Godin), il confronto tra due leader del campo come Lukaku e Navas, la presenza di due autentici “numeri 10” (ancora Banega e Eriksen).

Siviglia – Inter non è solo la finale dell’Europa League 2019/20, ma anche un groviglio di passioni e sfide incrociate, tra la squadra andalusa, il club che ha vinto più volte il trofeo e più volte è arrivato in finale (cinque e sei, rispettivamente), e i nerazzurri, che invece in una finale europea non ci vanno da quell’ormai mitologico 2010; una squadra ha vinto tutte le finali disputate (i blanquirojos), l’altra è al suo decimo ultimo atto in Europa.

Insomma: non sarà una partita come le altre, e non solo per la posta in palio. Il Siviglia vuole riaffermare il suo status di club nobile in Europa, l’Inter vuole mettere un tassello prestigioso in un percorso di crescita sempre più evidente. Ci aspettiamo una partita ricca di emozioni, tirata e da disputare con l’intelligenza di una partita a scacchi, in cui le chiavi per i milanesi saranno non soltanto la capacità di innescare la LuLa, ma anche quella di privare il fortissimo ma compassato centrocampo andaluso della lucidità che lo contraddistingue, una mossa che non è riuscita né al Manchester United né tantomeno alla Roma, quest’anno.

Come sono arrivate fin qui Siviglia e Inter

La rotta verso Colonia di andalusi e meneghini è stata molto diversa fin dall’inizio. I biancorossi sono stati in Europa League fin dall’inizio, dominando con facilità il girone A con 15 punti davanti a Apoel, Qarabağ e Dudelange. I nerazzurri sono invece “retrocessi” dalla Champions League, dopo aver compromesso un buon cammino nel difficile girone F (con Barcellona, Borussia Dortmund e Slavia Praga), giungendo terzi.

Una volta arrivati alla fase a eliminazione diretta, invece, il Siviglia ha piegato, ma rischiando tantissimo, nei sedicesimi i rumeni del Cluj (1-1 e 0-0), per poi superare di slancio la Roma (2-0) negli ottavi e, non senza qualche problema, il Wolverhampton nei quarti (1-0). In semifinale, vittoria in rimonta contro un Manchester United sciupone (2-1). Se non altro, questa Europa League ha mostrato che gli andalusi sanno aspettare e soffrire.

Meno accidentato, dal punto di vista dei risultati e del gioco, il percorso dell’Inter. Nei sedicesimi, i ragazzi di Conte hanno piegato i bulgari del Ludogorets (2-0 e 2-1), per poi eliminare nel turno successivo il Getafe (2-0). Nei quarti, vittoria autorevole (2-1) contro i tedeschi del Bayern Leverkusen, e ancora meglio in semifinale, quando Lukaku e compagni hanno schiantato il sempre ostico Shaktar Donetsk (5-0): ciò che è sembrata apparire in questi match, nei milanesi, è stata una evoluzione costante.

Le probabili formazioni

Non ci resta che dare uno sguardo alle probabili formazioni che i due mister schiereranno questa sera al RheinEnergie Stadion di Colonia per la finalissima del torneo. I due tecnici sembrano orientati a dare fiducia agli stessi uomini mandati in campo nelle precedenti occasioni. Iniziamo dal Siviglia, con il suo 4-3-3 classico: davanti a Bounou i difensori saranno l’esperto Jesus Navas, Koundé, Diego Carlos e Reguilón; chiavi del centrocampo affidate ai piedi buoni di Banega (all’ultima partita col club), a Fernando e Jordán; in avanti, spazio a Suso, En-Nesyri e a un Ocampos non al meglio (si scaldano De Jong e El-Haddadi).

Anche per Conte l’adagio è “squadra che vince non si cambia”: consueto 3-5-2, dunque, con Godin, De Vrij e Bastoni a protezione di capitan Handanovic. A centrocampo, si parte con il pimpantissimo Barella di queste ultime settimane insieme a Brozovic e Gagliardini in mezzo, con la grinta di D’Ambrosio e l’esperienza di Young sulle fasce. In avanti naturalmente la coppia-gol formata da Lukaku e Lautaro Martinez. Eriksen rincalzo di lusso pronto a entrare nella ripresa. Arbitrerà l’olandese Makkelie.

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