Ricariche in contanti dei conti di gioco: è scontro istituzionale

Il decreto per il riordino del settore gioco online slitta, anche perché divampano le polemiche sul proposto divieto di usare denaro contante per ricaricare i conti di gioco nei punti vendita fisici come i tabaccai.

Ricariche conti gioco: sì o no al contante?

Euro e logo Confesercenti

Riordino giochi: si litiga sull’uso del contante

Sembrava giunto l’agognato momento per il decreto di riordino del settore giochi, almeno per il comparto online, invece c’è stato un altro rinvio. Stavolta, tra le cause di questo nuovo procrastinamento, c’è probabilmente la forte polemica divampata tra Confesercenti e il Governo, in particolare con il MEF di Giancarlo Giorgetti. La ragione del contendere è il divieto sull’uso del contante per ricaricare i conti di gioco.

Nella bozza del decreto, era infatti presente una norma che prevedeva l’uso esclusivo di strumenti di pagamento elettronico per le ricariche dei conti di gioco presso i punti vendita fisici. Rientrano in tale categoria i tabaccai e tutti gli altri esercizi autorizzati. Secondo Confesercenti, un siffatto divieto avrebbe effetti negativi principalmente sul processo di integrazione tra operatori online e rete retail.

Inoltre, sempre secondo Confesercenti, quello di una maggiore tracciabilità è un falso problema, poiché le norme attuali prevedono una identificazione del giocatore tramite documento di identità, cui segue il rilascio di un codice PIN abbinato al valore della ricarica. Il tracciamento, dunque, è già garantito anche a fronte di un pagamento in contanti. Ma le criticità non finiscono qui.

Come la tracciabilità aiuta il gioco legale

Alla fine del 2022 il Governo Meloni, insediato da pochi mesi, innalzò nuovamente il tetto del contante, riportandolo a 5.000€. Tale provvedimento, in linea di principio, sembra confliggere con il divieto di cui si parlava poc’anzi, quello sull’esclusione del denaro cash dalle modalità di pagamento per le ricariche dei conti di gioco presso PVR e altri esercizi.

Confesercenti ritiene che nel divieto ci sia una profonda contraddizione. Impedendo le ricariche in contanti, si bloccherebbe di fatto il processo verso l’omnicanalità, intrapreso ormai da diverso tempo e mirato a redistribuire il valore generato dal comparto online anche tra i punti vendita fisici. Una conseguenza indiretta di ciò potrebbe essere rappresentata da un dirottamento di utenza verso il gioco illegale, non nominativo per definizione.

C’è infine un altro punto, su cui Confesercenti batte con decisione nel suo tentativo di persuadere Governo e MEF a eliminare definitivamente il divieto. Secondo l’associazione, lo stop al cash andrebbe in aperto contrasto con una norma già inserita nella Legge di bilancio, ovvero la possibilità offerta a tabaccai ed esercenti di diventare dei veri e propri bancomat, permettendo ai clienti il prelievo di denaro tramite POS.

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