Reati contro gli animali, l’aggravante sulle scommesse è legge

Al termine di quella che potremmo definire una battaglia di giustizia, la legge che inasprisce le pene per i reati contro gli animali è uscita in Gazzetta Ufficiale. Confermata l’aggravante per chi organizza scommesse clandestine.

Dal 1° luglio pene più severe per reati contro animali

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Pene inasprite per i maltrattamenti ad animali

La legge n.82 è uscita in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore da luglio. Si tratta di una nuova e più severa disciplina sui reati contro gli animali, che inasprisce le pene per chi li maltratta o li uccide ma non solo. Nel nuovo dispositivo sono state anche incrementate le pene per diversi reati, compresi quelli che riguardano l’esercizio delle scommesse clandestine.

Si tratta di una vera e propria battaglia di civiltà, che apporta modifiche importanti al codice penale. Oltre ai reati già molto noti come maltrattamenti e torture, si inaspriscono le pene anche per tipologie di reati solo apparentemente più lievi, ma che comportano gravissimi danni come i combattimenti e competizioni tra animali.

Per chiunque promuova questi eventi le pene sono la reclusione da 2 a 4 anni e una multa da 15.000 a 30.000€. L’eventuale organizzazione ed esercizio di scommesse clandestine costituisce un’aggravante, che aumenta le pene da un terzo alla metà, insieme all’eventuale coinvolgimento di minori e in caso di riprese e riproduzione in video di questo tipo di competizioni, anche se contenenti soltanto alcune immagini.

La piaga delle scommesse clandestine

Ovviamente, quando si parla di competizioni tra animali, il legame con la criminalità organizzata è inevitabile. In particolare, è noto che le corse clandestine di cavalli sono una triste tradizione della mafia siciliana. Nell’isola si registrano spesso casi di strade pubbliche chiuse dalla sera alla mattina e quindi trasformate in improvvisati ippodromi clandestini, con codazzo di motorini ad accompagnare i disgraziati animali.

Ma, poiché i mali non vengono mai da soli, la piaga delle corse clandestine se ne porta dietro altre. Una è ad esempio quella dei rapimenti, con animali che vengono sequestrati con un duplice scopo: le corse clandestine oppure estorsione nei confronti di proprietari e scuderie. Un caso eclatante è quello di Unicka, figlia di Varenne e giovane campionessa, rapita nel 2017 e della quale non si è saputo più nulla.

Un altro problema correlato alle corse clandestine è quello del doping. Ovviamente è intuitivo che sugli animali destinati a combattimenti e corse clandestine non ci siano controlli antidoping, anzi: propria la natura illegale di questi eventi induce i criminali a drogare pesantemente gli animali, con conseguenze spesso letali. Non a caso, il commercio illegale di farmaci è un business collegato.

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