Consiglio di Stato accoglie i ricorsi contro la tassa Salvasport 

Con una sentenza della Sesta Sezione, il Consiglio di Stato ha accolto, almeno in parte, i ricorsi di alcuni operatori di gioco in merito alle richieste dell’Agenzia Dogane e Monopoli sugli arretrati della legge Salvasport.

Tassa Salvasport: CdS accoglie i ricorsi

Ministero e scritta tassa salvasport

Il CdS si pronuncia sulla vecchia legge Salvasport

Si è conclusa definitivamente con una sentenza emessa la settimana scorsa dalla Sesta Sezione del Consiglio di Stato, la lunga querelle tra alcuni operatori concessionari di gioco pubblico e l’Agenzia Dogane e Monopoli. L’oggetto del contendere erano alcuni provvedimenti adottati da ADM in merito agli arretrati sulla cosiddetta tassa Salvasport. Dunque, è il caso di spiegare innanzitutto di cosa si trattava.

La tassa Salvasport era stata istituita dal primo Governo Conte nel Decreto Rilancio del 2020. Essa prevedeva un prelievo straordinario dello 0,5% sulla raccolta delle scommesse, allo scopo di rilanciare il sistema sportivo nazionale, colpito dalla pandemia di Covid. La durata di questo prelievo era prevista in due anni, 2020 e 2021, durante i quali le somme da garantire erano rispettivamente da 40 e 50 milioni di euro.

Il provvedimento era stato avversato fin dal principio dagli operatori, in quanto ritenuto punitivo nei confronti di un settore già molto colpito. C’era stato anche qualche paradosso come quello del Betting Exchange, visto che l’importo della tassa Salvasport richiesto superava i ricavi degli stessi operatori. In merito erano arrivati già allora dei ricorsi, in quel caso al Tar del Lazio, vinti dagli operatori.

Cosa ha deciso il Consiglio di Stato

Per quelli tra voi che non conoscessero le funzioni del Consiglio di Stato, in base a quanto recita l’art.103 della nostra Costituzione, esso opera a tutela nei confronti della pubblica amministrazione degli interessi legittimi e, in particolari materie indicate dalla legge, anche dei diritti soggettivi. Questa piccola infarinatura era mirata a far comprendere le ragioni per cui degli operatori di scommesse sportive si sono rivolti proprio al CdS.

L’Agenzia Dogane e Monopoli aveva stabilito un calcolo degli arretrati della tassa Salvasport, da cui derivavano somme ritenute sproporzionate. Avendo dato esito negativo il ricorso al Tar del Lazio, l’ultimo step possibile era rappresentato dall’impugnazione presso il Consiglio di Stato. In un caso, già risolto favorevolmente nel febbraio 2024, era stata già disposta la restituzione delle somme da parte di ADM a uno dei ricorrenti.

Per gli altri, invece, la battaglia è continuata. La sentenza giunta il 15 giugno scorso è di parziale accoglimento, perché è stata respinta la parte che richiedeva l’annullamento della determina ADM del gennaio 2023, ma è stata accolta la parte relativa ai calcoli adottati dalla stessa ADM, in quanto rappresentano una errata applicazione della disciplina. Per gli operatori ricorrenti è una vittoria parziale, ma comunque una vittoria.

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