La storia di Nienke Brinkmann, maratoneta per caso

Scoprire di essere una grande atleta, e scoprirlo quasi per caso. È quando successo a una studentessa di geofisica, Nienke Brinkmann, in grado di scalare il mondo della corsa senza quasi rendersene conto. Ecco la sua storia.

Dal dottorato alla corsa in montagna

Zurigo, autunno 2018. Nienke Brinkman si trasferisce dai Paesi Bassi a Zurigo per conseguire un dottorato in geofisica, mettendo da parte la sua passione per l’hockey su prato, lo sport che pratica e ama sin da quando è bambina e con cui ha giocato sino a qualche mese prima come centrocampista nella seconda serie nazionale olandese.

Certo, nella scelta di mettere in pausa la sua passione di hockeista ha un ruolo anche il fatto che in Svizzera l’hockey su prato praticamente non esiste. Cosa fare allora….correre! Visto che di giocare a hockey a Zurigo proprio non se ne parla, non resta che infilarsi le scarpe da corsa e cominciare a percorrere la città in lungo e in largo.

Nienke Brinkmann

La storia di Nienke Brinkmann

Brinkman, dal nulla, scopre così una nuova passione, mentre si spinge per i sentieri montagnosi intorno alla città svizzera, fra i boschi e le piste ciclabili che circumnavigano il lago. Ci mette poco a capire che i suoi non sono tempi da semplice “amateur”, no, c’è qualcosa di più nelle gambe.

La prova definitiva arriva nel 2019, quando si iscrive alla Zermatt Marathon, una maratona di montagna che porta gli atleti da Zermatt (1.600 metri di quota) verso la cima del Gorner¬grat, per poi svilupparsi in discesa. È lì che Nienke Brinkman, la ragazza che fino a due anni prima studiava rocce e vulcani, cambia per sempre la sua storia. Finisce infatti al sesto posto fra le donne, al ventinovesimo generale, con il tempo di 4 ore, 1 minuto e 49 secondi: è una grande una sorpresa anche per lei.

Certo, a Brinkman, come ha spiegato diverse volte pubblicamente, non piace questa rappresentazione romantica della sua ascesa a runner professionista, come se prima del 2019 se ne stesse a casa in pantofole e poi, di colpo, abbia cominciato a correre, scoprendo di essere fortissima.

La realtà è che l’atleta olandese non ha mai pensato alla corsa come a uno sport, almeno fino a quando ha smesso di giocare a hockey. Più volte ha ricordato come prima di diventare una runner si allenasse per l’hockey ben sei volte a settimana, correndo fino a 10 chilometri durante ogni partita.

A queste sedute Brinkman aggiungeva un’ora di bicicletta per andare all’allentamento e una sessione specifica di corsa da mezz’ora una volta a settimana: insomma, non esattamente una principiante in quanto ad atletismo.

È così che ha costruito quel tempo nel 2019, un tempo poi limato grazie anche al Covid. Eh sì, perché nel 2020, quando scoppia la pandemia e tante competizioni vengono sospese, Brinkman si trova ad avere molto più tempo per correre, e comincia a uscire di casa la mattina presto, andandosene in giro per le foreste.

Il risultato è che diventa sempre più forte, fino a quando, nel 2021, decide che è arrivato il momento di riprovarci. Si iscrive di nuovo allo Zermatt, la corsa che l’aveva vista “esordire” due anni prima, e stavolta vince, con un tempo pazzesco, il nuovo record della gara, mettendoci 50 minuti meno rispetto al 2019: 3 ore, 19 minuti, 43 secondi.

È in quel momento che Nienke, e non solo lei, si rendono conto che forse la corsa è diventata qualcosa di più grande che un semplice passatempo, quanto piuttosto una sfida da affrontare con criteri strutturali più vicini a quelli di una professionista.

Strada, record e nuovi orizzonti

Una volta accettato che sì, è forte, Brinkman porta ancora più alto l’asticella. Accompagnata Benjamin Ueltschi triatleta e maratoneta che in pochi mesi diventa il suo allenatore, comincia ad allenarsi su strada e ferma il cronometro, ai 42 chilometri, a 2 ore e 39.

Con Ueltschi i suoi allentamenti diventano più strutturati, capisce che a volte spinge troppo intensamente, che non c’è mai un momento di corsa in cui il suo corpo si rilassa, e per questo comprende che c’è ancora margine di crescita. Si passa gradualmente a correre da 100 fino a 140-150 chilometri alla settimana.

Nel secondo semestre del 2021, dopo mesi di allenamento con Ueltschi, prima Brinkman ha gareggiato arriva seconda nel trail running di Sierre-Zinal, una gara di livello mondiale e poi fa tremare la scala Richter del podismo internazionale con un esordio, a Valencia, nella maratona su strada in cui arriva nona, fermando il cronometro a 2:26:34, un tempo che la piazza fra le migliori atlete olandesi di sempre.

La crescita, a quel punto, diventa incontenibile, fino al 10 aprile del 2022, quando alla maratona Rotterdam arriva seconda, abbassando il proprio personale di quattro minuti e stabilendo il nuovo record nazionale olandese sulla distanza, che resisteva dal 2003, con il tempo di 2 ore, 22 minuti e 51 secondi.

Diventa allora automatica la sua partecipazione ai campionati europei di Monaco di Baviera, dove, nonostante problemi fisici che la tormentano nell’ultimo quarto di gara, riesce nell’ennesima impresa: la conquista della medaglia di bronzo nella maratona.

Oggi Nienke è dottoressa in sismologia, studia e si allena, oltre a combattere con qualche infortunio con il quale, dal 2023, è costretta a convivere. La cosa più importante che resta, della sua storia, riguarda la bellezza imprevedibile del corpo, che è in grado, anche quando non lo sappiamo, di fare cose straordinarie.

Mauro Mondello: redattore di sitiscommesse.com
Mauro Mondello

Le analisi sportive di Mauro Mondello sono plasmate da un’esperienza giornalistica di livello internazionale (The Guardian, La Repubblica, L’Ultimo Uomo) e dal prestigio di un passato come Yale World Fellow. Porta questa prospettiva unica nel suo ruolo di voce autorevole di Talkbet&Risposta e offre pezzi di approfondimento che coniugano dati, storie e spessore.

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