Gilberto Mora: il nuovo Yamine Lamal è messicano
Il diciassettenne messicano sta macinando tutti i record di precocità, stimolando paragoni forse persino eccessivi, considerato che è ancora un adolescente. Scopriamo insieme questo fenomeno in erba.
Gilberto Mora, la crescita di un fenomeno
Il 7 luglio 2025, all’NRG Stadium di Houston, Stati Uniti d’America, il Messico vince la finale della Gold Cup per 2 a 1, battendo gli USA padroni di casa, e conquista il trofeo per la tredicesima volta, la seconda consecutiva dopo il successo del 2023. Niente di strano, niente di nuovo, se non fosse che nella rosa messicana che si porta a casa la coppa c’è anche un ragazzino sedicenne: il suo nome è Gilberto Mora.
Sarebbe bastata la sua semplice selezione, a 16 anni, in una squadra nazionale seniores importante come quella messicana, ma ad eccitare ancora di più migliaia di appassionati in tutto il mondo c’è che Gilberto Mora, l’ultima Gold Cup, l’ha pure giocata, e alla grande, con tre presenze da titolare nei quarti, in semifinale e in finale, disimpegnandosi da esterno destro d’attacco: come Yamine Lamal.
Che sia un giocatore diverso dagli altri lo si capisce nella semifinale contro il Guatemala, quando riceve un passaggio verticale da Alvaro Vega, controlla rientrando, taglia fuori due difensori e poi traccia il filtrante per l’accorrente Raul Jimenez: è 1 a 0 per il Messico, che con quel gol vola in finale.
Mora, insomma, non è semplicemente un prospetto interessante, un progetto di grande giocatore, ma è piuttosto, almeno questa è la sensazione, un ragazzo già pronto per il grande salto nel calcio europeo. Lo stesso allenatore del Messico, Javier Aguirre, spera che Mora possa arrivare presto in Europa, per giocare a un livello più alto.
Ma, ha sottolineato Aguirre, “è importante che Mora giochi”, facendo riferimenti a due grandi ex promesse del calcio messicano, Carlos Vela e Giovanni dos Santos, arrivati nel Vecchio Continente con le fanfare dei fenomeni, ma mai realmente integrati nei club dai quali erano stati acquistati.
Per procedere con un transfer internazionale dovrà aspettare di compiere 18 anni, ma intanto vale la pena ricordare come, nel giro di pochi mesi, abbia già infranto record importanti, diventando il più giovane calciatore della storia a vincere un trofeo con la sua nazionale, il più giovane calciatore a indossare la maglia del Messico (a 16 anni e 318 giorni) e il più giovane giocatore ad aver mai esordito nella massima serie del calcio messicano (ad appena 15 anni e 322 giorni).
È anche per questo che Manchester City, Arsenal, Barcelona, Real Madrid, Milan, fra le altre, si stanno interessando a questo ragazzino, che scomoda inevitabilmente il paragone con l’altro adolescente fuori scala del calcio contemporaneo: Yamine Lamal. Effettivamente, anche Gilberto Mora sembra avere le stimmate del predestinato.
La sua storia comincia a Tuxtla Gutiérrez, la capitale del Chiapas, lo stato più a Sud del Messico, dove il calcio è ancora si gioca ancora per le strade, negli oratori delle chiese, nei cortili. Gilberto Mora cresce leggero, gioca sempre con i più grandi, sembra capire dove andrà il pallone prima degli altri.
Quando, nell’agosto del 2024, il colombiano Juan Carlos Osorio, alla guida del Club Tijuana, lo fa esordire, tutti pensano sia troppo presto. Ma al settanduesimo della partita contro il Santos Laguna, una manciata di minuti dopo aver messo piede in campo, Mora serve l’assist del 3 a 1 al compagno Efrain Alvarez e allora tutti capiscono che no, quella di Osorio non è stata una scommessa.
La conferma definitiva, se ce ne fosse bisogna, arriva due settimane dopo, il 31 agosto, quando Gilberto Mora segna il suo primo gol, contro il Leon, nella vittoria per 2 a 1, diventando il più giovane marcatore di sempre nella storia del campionato messicano.
Che tipo di calciatore è Mora
Gilberto Mora è un’ala guizzante, un giocatore che ama navigare libero nella metà offensiva del campo e che si contraddistingue per tecnica e controllo di palla preciso. Ha una grande compostezza del movimento, unita a una straordinaria coordinazione, che gli permettono di girare spesso intorno agli avversari.
Mora non ha l’esplosività di Yamine Lamal, ma sembra forse più leggero nell’incedere, nel tocco di palla. Se Lamal è rock, Mora è musica classica, una mezzapunta che gioca con la testa alta, taglia il campo con passaggi trasversali, fa dell’eleganza il suo marchio assoluto di fabbrica.
I telecronisti messicani lo chiamano “el niño de oro”, le folle amano i suo tunnel e suoi controlli in velocità, la ragione per cui viene spesso schierato sulla fascia destra, una zona di campo dalla quale può essere cercato dai compagni e ributtarsi dentro, facendo risalire velocemente la squadra.
Nella sua prima stagione da professionista Gilberto Mora è diventato un punto di riferimento per la sua squadra, il che ci permette di ragionare su un’altra caratteristica di questo calciatore: la sicurezza. La sua personalità nel gestire senza timore la palla sotto pressione, la sua capacità decisionale nell’ultimo terzo di campo, sono elementi che fanno pensare positivamente alla possibilità che il suo grande talento possa funzionare anche in Europa.
Le analisi sportive di Mauro Mondello sono plasmate da un’esperienza giornalistica di livello internazionale (The Guardian, La Repubblica, L’Ultimo Uomo) e dal prestigio di un passato come Yale World Fellow. Porta questa prospettiva unica nel suo ruolo di voce autorevole di Talkbet&Risposta e offre pezzi di approfondimento che coniugano dati, storie e spessore.

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