Storia dell’Imoco Conegliano: la squadra di pallavolo più forte del mondo

L’Imoco Conegliano è una piccola realtà di provincia che è riuscita, in poco più di un decennio, a dominare il volley mondiale. Questa è molto più di una squadra, è un progetto tecnico e culturale che ha riscritto le regole del gioco: ecco come.

Imoco Conegliano, una crescita inarrestabile

“Il Real Madrid della pallavolo”. Così, qualche mese fa, El Mundo Deportivo, un quotidiano sportivo spagnolo, ha definito la Imoco Conegliano, la squadra di volley femminile oggi considerata, quasi unanimemente, come la più forte del mondo.

Certo è strano immaginare come una società nata nel 2012, dunque appena tredici anni fa, sia riuscita in così poco tempo a costruire una legacy che, già adesso, ha tutte le caratteristiche per diventare storia di questo sport.

Campo da pallavolo, logo Imoco Conegliano

Imoco Conegliano, storia di un grande club

C’entra, senza dubbio, il lavoro di una società oggi elogiata da tutti, ma che era partita senza certezze, con l’unico obiettivo di ridare in fretta alla provincia di Treviso, e a tutto il Veneto, una squadra di volley femminile competitiva.

Tutto nasce dopo il brusco fallimento della Spes Conegliano, una squadra che dal 1971 sino al suo ritiro dal campionato di A1, il 2 gennaio del 2012, aveva navigato nelle serie inferiori del volley femminile italiano, fino all’exploit del 2008, con quattro stagioni nella massima serie chiuse però, sfortunatamente, con i problemi economici che faranno calare il sipario sull’esperienza di quel gruppo.

È in quel momento che entrano in scena tre famiglie. I Garbellotto del presidente Piero, produttori di botti vinicole già dalla fine del Settecento: i Maschio, famosi viticoltori e con una grande tradizione nel settore dei distillati; i Polo, a capo di un grande gruppo (la Imoco, che dà il nome alla squadra) specializzato in grafica, stampa e comunicazione.

Queste tre realtà decidono di investire nella pallavolo, comprano il titolo da Parma e fanno così ripartire subito dalla Serie A1 la resuscitata Imoco Conegliano, che nel campionato 2012-2013 fa i quarti di finale di coppa Italia e poi, dopo aver raggiunto il quinto posto di regular season, conquista addirittura la finale scudetto, poi persa contro 3-1 contro la River Volley Piacenza, altra squadra che nel 2018 terminerà le sue attività sportive, cedendo il proprio titolo a Cuneo.

Ecco, quei tre imprenditori hanno costruito un vero e proprio modello di business sportivo con e per il territorio. Se è vero, infatti, che Garbellotto, Maschio e Polo sono i tre investitori più importanti della Imoco Volley, dietro però si è sviluppato un progetto che vede coinvolte più di trecento aziende locali, che si disimpegnato come sponsor e partner.

Questa sinergia, lavoro di gruppo, ha trasformato una squadra di pallavolo in un asset sociale per l’intera provincia di Treviso, e oggi, a girare per le strade della Marca trevigiana, si ha la sensazione forte che questa squadra sia davvero un club nel quale tutti i cittadini e le cittadine dell’area, di qualunque età e provenienza economica e sociale, si riconoscono.

È questa fidelizzazione estrema del pubblico, questo rapporto di osmosi fra la squadra e il suo territorio, che ha fatto sì che il Palaverde, la casa delle cosiddette Pantere, come vengono chiamate le ragazze del Volleuy Conegliano, sia diventata una delle più calde d’Europa.

Non è un caso, allora, che in uno sport nel quale spesso si fa fatica a generare un flusso di pubblico costante, Conegliano registri costantemente il sold out, con una media regolare di oltre 4.000 spettatori a partita.

Un modello di sport e di gestione

Otto Scudetti, sette Coppe Italia, otto Supercoppe Italiane, tre campionati mondiali per club, tre CEV Champions League: in totale fa ventinove trofei in dodici anni di storia, un numero semplicemente incredibile.

Un numero raggiunto, lo abbiamo spiegato, grazie al grande lavoro dirigenziale, che si è sposato perfettamente con la crescita di un progetto tecnico molto ambizioso, portato avanti da Daniele Santarelli, che sulla panchina di Conegliano si è seduto per la prima volta nel 2016-2017, all’esordio come capo allenatore (all’epoca aveva 35 anni), e che oggi è uno dei coach più stimati al mondo.

Santarelli, che dal 2023 è anche coach della Turchia (non è raro nel volley che i tecnici siano contemporaneamente alla guida di un club e di una nazionale), peraltro portata all’argento europeo (finale persa proprio contro l’Italia) a settembre 2025, ha portato una cultura del lavoro, del dettaglio, maniacale, con un’idea di pallavolo moderna, che non ha paura di prendersi rischi e punta tutto su aggressività delle scelte e fluidità del processo tattico.

Certo, poi ci sono le giocatrici, le protagoniste assolute della grande sequenza di vittorie messa a segno da Conegliano dal 2012 ad oggi. E dalla Imoco Volley in questi anni è passato il meglio della pallavolo mondiale.

Da Paola Egonu a Kathryn Plummer, da Serena Ortolani ad atlete nel roster odierno come Gabriela Guimaraes, Isabelle Haak, la capitana Joanna Wolosz, le azzurre Sarah Fahr, Monica De Gennaro, tutte top assolute nei loro ruoli, la Imoco Volley ha messo insieme, in questi anni, dei rosters da sogno. Arrivano così non solo i successi, ma anche il riconoscimento “urbi et orbi” di una superiorità assoluta, dentro e fuori il campo. La rappresentazione perfetta di come si costruisce una storia sportiva di successa.

Mauro Mondello: redattore di sitiscommesse.com
Mauro Mondello

Le analisi sportive di Mauro Mondello sono plasmate da un’esperienza giornalistica di livello internazionale (The Guardian, La Repubblica, L’Ultimo Uomo) e dal prestigio di un passato come Yale World Fellow. Porta questa prospettiva unica nel suo ruolo di voce autorevole di Talkbet&Risposta e offre pezzi di approfondimento che coniugano dati, storie e spessore.

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