Roma, Milan e Juve: chi saranno gli allenatori per la prossima stagione
Ranieri, Conceição e Tudor sono ai saluti finali in una stagione nella quale hanno provato a raddrizzare 3 club partiti con il piede sbagliato. Facciamo il punto su tutti i nomi di cui si parla per queste tre panchine.
Una rivoluzione, due ristrutturazioni
A inizio stagione 2024/2025 erano partite in panchina con tre progetti ambiziosi e tre situazioni ambientali molto diverse. Il Milan di Fonseca arrivava dalla fine del ciclo Pioli e per l’allenatore portoghese la sfida era quella di inserirsi in un gruppo abituato a lavorare in un certo modo da diverso tempo e con un rapporto molto solido con l’ex tecnico.
Thiago Motta, alla Juventus, dopo la sua cavalcata sorprendente alla guida del Bologna, portato in Champions con un gioco estremamente codificato, andava invece a prendere il posto di un Allegri che nella sua seconda esperienza juventina, durata un triennio, sembrava aver distrutto, più che costruito, pur portando a casa una Coppa Italia nell’ultima stagione.
Infine Daniele De Rossi, senza dubbio la storia meno lineare delle tre, un allenatore in pratica sfiduciato dalla dirigenza già prima di iniziare il campionato e mandato via alle primissime difficoltà, senza prove d’appello.
In tutti e tre i casi, le proprietà hanno deciso di interrompere in anticipo i rapporti di collaborazione e sulle panchine di Milan, Juventus e Roma sono così arrivati Sergio Conceição, Igor Tudor e, nel caso della Roma, Ivan Juric prima, Claudio Ranieri poi.
Partendo dal fondo, cioè dai giallorossi, la scelta di rivolgersi al totem romanista ha pagato, se è vero che Re Claudio ha messo insieme addirittura 53 punti in 25 partite, riportando la Roma in Europa e addirittura riproponendola come seria candidata alla qualificazione Champions dopo averla presa al dodicesimo posto, a 12 punti dal quarto.
Ranieri però ha già detto di volersi ritirare al termine di quest’annata (ma resterà come dirigente) e per la panchina della Roma sono usciti nelle ultime settimane diversi nomi. Lasciando fuori la fantasiosa suggestione legata a Jurgen Klopp, il profilo che sembra più avanti nei pensieri dei Friedkin (e di Ranieri) è quello di Gian Piero Gasperini.
L’allenatore dell’Atalanta più volte quest’anno ha fatto capire che non gli dispiacerebbe cambiare aria e una sfida come quella della panchina romanista lo attirerebbe particolarmente. Altri candidati, in ordine sparso, sono Maurizio Sarri, Nuno Espirito Santo, Adi Hutter, mentre recentemente, dopo l’addio alla panchina dell’Ajax, è venuto fuori anche il nome del giovane italiano Francesco Farioli.
Da chi ripartire
Più criptica la situazione per Milan e Juventus. Per i rossoneri è difficile, evidentemente, trovare la quadra in una stagione dove tutto ciò che poteva andare male è riuscito ad andare addirittura peggio. Più dell’allenatore, oggi, sembra il direttore sportivo il buco più grande da colmare e da lì sarà poi possibile ripartire.
Per il Diavolo, ad ogni modo, si è parlato insistentemente sia di un ritorno di Massimiliano Allegri, da molti considerato il favorito alla panchina milanista, che di un ingaggio di Maurizio Sarri. Due filosofie di calcio diametralmente opposte e il fatto che entrambi siano stati accostati alla guida tecnica del Milan è un altro indicatore del caos che regna sovrano a Milanello.
Più defilati restano Vincenzo Italiano, il cui nome è tornato alla ribalta nelle ultime settimane, Roberto De Zerbi, che al Milan andrebbe di corsa, e Cesc Fabregas, che ha molte richieste ma che alla fine dovrebbe rimanere al Como.
Infine, la mitica Vecchia Signora, qualificata in Champions all’ultimo e che andrà a giocarsi il Mondiale per club. Qui la situazione sembra molto più delineata, il nome è quello di Antonio Conte e molto dipenderà dalla volontà dell’ex capitano bianconero di liberarsi dal contratto con il Napoli per tornare, a undici anni di distanza, alla Continassa.
Qualora non si riuscisse ad arrivare a Conte, due nomi di cui si parla molto, ma che scaldano decisamente meno i cuori dei tifosi, sono quelli di Stefano Pioli e di Roberto Mancini. Resta, infine, l’opzione Tudor, che dal suo arrivo, il 23 marzo, ha dato la sensazione di aver migliorato il gioco della squadra, riportando i bianconeri sotto per un posto in Champions.
Di certo c’è che i nomi che arriveranno sulle tre panchine dovranno confrontarsi con tre ambienti esplosivi. Le tre piazze di Roma, Milan e Juventus sono insofferenti e non accetterebbero facilmente un’altra stagione di transizione.
E se Roma e Juventus effettueranno delle correzioni alla rosa, ma senza smantellare, c’è curiosità per vedere cosa invece farà il Milan, che sembra alle porte di una vera e propria rivoluzione, con il possibile addio di alcuni pezzi importanti del gruppo.