Ippica, gare clandestine e infiltrazioni mafiose nel rapporto LAV

Da quando viene stilato, cioè dal 1998 su iniziativa della LAV – Lega Anti Vivisezione, il Rapporto Zoomafia ha registrato soltanto intorno alle corse dei cavalli la denuncia di 4.169 persone, il sequestro di 1.384 cavalli e lo stop di 149 gare clandestine.

Zoomafia, gare ippiche obiettivo della criminalità

Cavalli in una scuderia

Corse ippiche clandestine nel rapporto LAV.

Qualsiasi appassionato di scommesse sull’ippica conosce il cosiddetto “lato oscuro” di questo mondo, costantemente minacciato dalle infiltrazioni criminali che da sempre cercano di sfruttarlo principalmente per riciclaggio di denaro: sono all’ordine del giorno furti di cavalli, intimidazioni e vessazioni, doping sugli animali stessi, per migliorarne o peggiorarne le prestazioni. Un fenomeno che poi si accompagna a corse e scommesse clandestine con tutto quello che ne consegue.

Le infiltrazioni zoomafiose finiscono poi spesso per estendersi anche nel mondo delle gare ufficiali di ippica: soltanto nel 2021, i cavalli risultati positivi a qualche sostanza vietata nei controlli antidoping sono stati 60, nelle corse regolari che si sono svolte negli ippodromi di tutta Italia. L’ennesimo segnale che il mondo della criminalità continua a essere presente e deve essere contrastato più efficacemente.

Succederà? Ancora Troiano si limita a sottolineare che il quadro proposto dal Rapporto Zoomafia 2022, benché veritiero su quanto accade in Italia per quanto riguarda i crimini contro gli animali, deriva da un campione di dati comunicati dal 70% delle Procure d’Italia. Una percentuale sufficiente per farsi una chiara idea della situazione ma in calo rispetto agli anni passati nonostante le richieste e i solleciti della LAV.

Necessario l’inasprimento delle pene in materia

Il Rapporto Zoomafia, pubblicato nella prima metà di luglio, è un vero e proprio schiaffo in faccia per un Paese che si ritiene civile: in Italia, proiettando i dati ottenuti, soltanto nel 2021 sono stati aperti in totale 26 fascicoli al giorno per reati contro gli animali, cioè uno ogni 55 minuti di media. Con l’uccisione degli stessi tristemente al primo posto.

Analizzando il rapporto infatti colpisce il fatto che i dati, che come sottolinea il responsabile si riferiscono a quelli registrati e dunque non comprendono altri illeciti puniti con sanzioni amministrative, presentino 2.624 procedimenti riguardanti l’uccisione degli animali, il 34,90% del totale. Un crimine vero e proprio, in cui tuttavia raramente viene individuato il colpevole dato che nell’86,24% dei casi si registrano denunce contro ignoti.

Tornando alle infiltrazioni zoomafiose nell’ippica, è evidente come un Paese che registra questo numero di reati veda la criminalità prendere di mira le gare dei cavalli. Un problema che richiede un impegno maggiore da parte della legge: è ferma da mesi la proposta di modifica alla normativa sulla tutela penale degli animali, la speranza è che dopo le elezioni il nuovo Governo approverà finalmente l’inasprimento delle pene in materia.

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