Come funzionano le commissioni dei procuratori nel calcio

Dietro ogni grande trasferimento, dietro la firma di ogni nuovo contratto, si nasconde una figura decisiva per la carriera dei calciatori e le strategie dei club. Scopriamo il mondo, e il giro d’affari, dell’intermediazione nel calcio.

Le regole d’ingaggio nel calcio

Capire come funzionano le commissioni dei procuratori non è impresa facile. Nel calcio contemporaneo, dove ogni contratto è un equilibrio di potere e di milioni, la figura del procuratore è infatti sia ingranaggio essenziale che elemento costantemente al centro di grandi controversie.

C’è da considerare, innanzitutto, la questione regolamentare. La FIFA, sulla carta, ha dettato una serie di principi comuni che le singole federazioni hanno cercato di recepire, ognuna però attuando regolamenti nazionali con sfumature molto diverse e livelli di trasparenza decisamente disomogenei.

Jorge Mendes

Come funzionano le commissioni dei procuratori

Comprendere quali siano le commissioni dei procuratori diventa così un’esplorazione ardita, in una selva popolata da intermediari, percentuali, scritture private, mandati parziali e totali e tutta una serie di cavilli che proveremo a esplorare.

Nel sistema italiano le commissioni dei procuratori sono regolate da una normativa che coinvolge sia FIGC che CONI e che è stata realizzata recependo le direttiva FIFA. Nello specifico, i procuratori dei calciatori che operato in Italia devono possedere una licenza rilasciata dalla federazione oppure, in alternativa, essere iscritti al Registro Nazionale del CONI.

Per ogni calciatore rappresentato, secondo la normativa italiana, l’agente deve stipulare un accordo scritto, che va depositato alla Commissione Federale Agenti Sportivi e in virtù del quale va poi dichiarato ogni pagamento ricevuto: tutti i compensi devono essere tracciati e fatturati.

Parlando, più prosaicamente, di soldi, arriva la prima contraddizione. Se infatti la FIFA indica come misura generica il massimo del 3% del salario lordo del calciatore come possibile commissione da versare al procuratore per accordi contrattuali e il 10% della cifra complessiva del trasferimento per la cessione dei cartellini, in realtà non esiste un tetto legale che limiti le commissioni.

Di fatto, il mercato è praticamente libero per quanto riguarda le cosiddette “fees” incamerate dai procuratori sportivi e l’unico strumento di trasparenza è legato all’aggiornamento del regolamento FIGC, datato aprile 2025, che sancisce l’obbligo da parte dei club di rendere pubbliche le spese in commissioni, un unicum che rende l’Italia molto trasparente in materia di commissioni ai procuratori.

Anche in Inghilterra c’è grande enfasi sulla trasparenza, con il report “Payments and Transactions with Registered Intermediaries”, che, alla fine di ogni stagione, fra un elenco preciso degli importi spesi dai club in commissioni versate ai procuratori.

Come in Italia, però, non esiste un tetto alle percentuali, e nonostante si cerchi di rimanere all’interno delle direttive FIFA del 3% e 10%, quasi sempre gli accordi sfondano queste limitazioni, come testimoniato dal registro delle operazioni, che dimostra numerosi accordi con commissioni ben più alte a favore degli agenti.

La Germania, e non è certo una sorpresa, si distingue per la precisione delle sue normative. Tutti i contratti di intermediazione vanno dichiarati alla federazione, la DFB, e non possono superare il 14%, IVA inclusa, del primo anno di salario del giocatore rappresentato.

Un limite fisso del 10% è imposto dalla FFF francese ai procuratori sportivi che operano in Francia, mentre in Spagna le società, pur non avendo un tetto specifico alle commissioni, devono includerle nel budget salariale: se superano il limite di costo complessivo previsto dal tetto, non possono registrare nuovi contratti.

Attenzione poi, perché c’è un cavillo interessante. La commissione, di fatto, viene sempre pagata dal club al giocatore, che poi la gira al procuratore: è una maniera per rispettare le regole dettate dalla FIFA in materia di commissioni.

Il giro d’affari del mondo dei procuratori

Nell’anno solare 2024, quindi includendo la sessione di mercato invernale 2023/2024 più quella estiva 2024/2025, i club italiani di Serie A hanno speso 226,17 milioni di euro in commissioni versate ai procuratori, il massimo storico per il nostro campionato e un aumento di oltre il 60% rispetto alle cifre del 2020, quando le spese per gli agenti erano di circa 138 milioni complessivo.

In generale, quello delle commissioni pagate ai procuratori è un trend in chiara crescita, come dimostrano le cifre incassate dalla categoria nell’ultimo quinquennio: 138 milioni nel 2020, 174 nel 2021, 205 nel 2022, 220 nel 2023 e 226, appunto, nel 2024.

La Juventus, con 34 milioni, è la squadra che nell’ultimo anno ha speso di più in procuratori seguita dall’Inter, che ha versato agli agenti quasi 25 milioni, e dal Napoli, che ha invece destinato a questa voce una cifra di poco superiore ai 18 milioni di euro. Davvero molti soldi.

Non è certo sorprendente scoprire che la Premier League la fa da padrona, quando si tratta di commissioni pagate agli agenti. Il report della Football Association inglese indica un totale di 472 milioni di euro pagati in commissioni ai procuratori sportivi dal febbraio 2024 al gennaio 2025 dai club britannici.

Si tratta, peraltro, di una cifra praticamente identica a quella registrata nel 2023-2024, e in crescita spaziale dai 300 milioni del 2021-2022. In linea con le spese italiane sono le stime legate alle commissioni pagate ai procuratori in Bundesliga (circa 250 milioni nel 2023-2024 secondo la rivista Kicker), mentre più basse, sui 150 milioni, quelle della Ligue 1.

Molto più nebulosa la situazione in Spagna, dove non esistono dei registri ufficiali sui quali vengono riportate le commissioni pagate ai procuratori ed è dunque più difficile risalire alle cifre precise. Di certo, il modello spagnolo è quello che, negli ultimi anni, ha maggiormente cercato di limitare le commissioni, proponendo uno scenario di contenimento.

Mauro Mondello: redattore di sitiscommesse.com
Mauro Mondello

Le analisi sportive di Mauro Mondello sono plasmate da un’esperienza giornalistica di livello internazionale (The Guardian, La Repubblica, L’Ultimo Uomo) e dal prestigio di un passato come Yale World Fellow. Porta questa prospettiva unica nel suo ruolo di voce autorevole di Talkbet&Risposta e offre pezzi di approfondimento che coniugano dati, storie e spessore.

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