Spagna, le restrizioni sul gioco online non frenano la crescita

Dal 2020, in Spagna è entrata in vigore una serie di restrizioni riguardanti il gioco online, che hanno avuto come conseguenza un crollo dell’apertura di nuovi conti. Tuttavia, giocate e ricavi sono tornati a crescere.

Gioco online, le contraddizioni del divieto spagnolo

Smartphone, fiches e bandiera spagnola

Spagna: meno nuovi account, ma puntate più alte

Le medicine non hanno sempre l’effetto desiderato, o comunque non solo quello. Circa 5 anni fa, in Spagna, il Governo Sánchez II ricalcò le mosse che 2 anni prima aveva messo in atto l’Italia con il Governo Conte, ovvero il Decreto Dignità e il divieto assoluto di pubblicità sul gioco, sponsorizzazioni sportive e quant’altro. Le restrizioni sul gioco online del governo iberico erano per certi versi anche più severe.

C’erano infatti sia misure di puro divieto, come gli spot pubblicitari concessi solo a tarda notte, che divieti di bonus di benvenuto, iniziative di marketing con influencer e ovviamente anche di sponsorizzazioni sportive. A diverso tempo di distanza, Harm Reduction Journal ha effettuato un’indagine sugli effetti di tali provvedimenti: i risultati sono in buona parte sorprendenti, ma anche contraddittori.

Nel triennio successivo alle restrizioni, l’apertura di nuovi account è crollata da 3 milioni a 1,35 milioni ( -55%). Prima di allora, la Dirección General de Ordenación del Juego (DGOJ, corrispondente della nostra ADM) ne aveva registrato un aumento costante. Tuttavia, ci sono dati contraddittori, perché sono tornati a crescere i depositi (da 2,19 miliardi nel 2020 a 3,18 miliardi nel 2023) e le puntate (da 20,75 a 26,6 miliardi).

E in Italia come va? La situazione 7 anni dopo

A margine di questi dati un po’ contraddittori, ci sono anche le rilevazioni relative al 2024, anno non coperto dall’indagine di Harm Reduction Journal, e parlano anch’esse di crescita, anzi di record. La raccolta lorda per il gioco online è stata di 1,45 miliardi di euro, +17,6% su base annua, e anche i principali segmenti sono in crescita, dal casinò online alle scommesse online.

A cosa serviva allora il divieto? La situazione in altri paesi europei è piuttosto frastagliata, ma a interessarci maggiormente c’è quella del nostro Paese. A 7 anni di distanza dal divieto, si sono fatti già diversi passi verso l’abolizione, con una risoluzione che pone le basi verso un ritorno delle sponsorizzazioni sportive, seppur con una gradualità ancora da decidere.

In Italia sappiamo che il divieto aveva in sé molti aspetti contraddittori, come una certa sottovalutazione del possibile assist al gioco illegale, con tutto ciò che ne deriva. Il percorso del settore è poi stato profondamente stravolto dall’avvento della pandemia di Covid, che ha accelerato il processo di crescita del gioco online come forse non sarebbe stato possibile altrimenti.

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