Il pazzo calendario del calcio 2025/26
Nell’anno dei mondiali mezza Europa ha già fatto partire i campionati nazionali e l’Italia è l’ultima, insieme alla Germania, a partire fra le top league europee. Vediamo insieme tutti i segreti e le curiosità sulla stagione.
Calcio 2025/26, un’annata leggermente intasata
13 luglio 2025. È la data in cui si è giocata la finale dei mondiali per club fra Paris Saint Germain e Chelsea, poi vinta dai londinesi. Cinque settimane dopo, gran parte dei campionati più importanti d’Europa (Liga, Premier League, Ligue 1) hanno già giocato la loro prima giornata, mentre Serie A e Bundesliga partiranno nel fine settimana del 22-25 agosto.
È il caos del calcio contemporaneo, che nella stagione 2025-2026, considerando le cinque leghe top europee, le coppe nazionali e le tre competizioni continentali (Champions League, Europa League e Conference League) vedrà giocare, da agosto a maggio, un numero di partite semplicemente incredibile: più di 3.000.
Significa, dati alla mano, 300 partite al mese, 75 alla settimana, 10 al giorno. Numeri ai quali andrebbero aggiunte (ma non lo abbiamo fatto) i match delle nazionali e soprattutto il calendario della Coppa del Mondo. Sono dati che rendono bene l’idea di quale sia la situazione del calcio oggi e che pongono una questione sulla futuribilità di uno sport che si spinge sempre più vicino all’intrattenimento.
Il campionato di Serie A parte, come detto, il 23 agosto, e nuovamente seguirà, secondo un’impostazione lanciata nella stagione 2021/2022 e poi confermate nelle annate a seguire, un andamento asimmetrico.
Non ci saranno (e non ci sono già da un po’), dunque, sfide di andata e ritorno secondo un ordine temporale coerente fra le due partite, ma una distribuzione dei match secondo un sorteggio che prevede, come unica regola base, la distanza di almeno otto partite prima di incontrare nuovamente una squadra già sfidata.
Niente derby nel primo e nell’ultimo turno del torneo, niente derby di diverse città nella stessa giornata, niente match di cartello nei turni infrasettimanali. Insomma, l’introduzione del calendario asimmetrico, che apparentemente piace a tutti e che è stata mutuata dalla Premier League, promette (e sinora ha effettivamente garantito) una migliore distribuzione delle partite.
Il finale del calendario di Serie A 2025/2026
Quando si guardano i calendari delle competizioni spesso, all’inizio, ci si concentra sulle prime giornate, mentre noi vogliamo fare il percorso inverso: studiare, immaginando i possibili effetti sul campionato, gli ultimi turni.
La trentottesima giornata, che si giocherà nel fine settimana della Pentecoste, fra il 23 e il 24 maggio 2026, vedrà infatti alcune sfide che, sulla carta, potrebbero rivelarsi decisive per le sorti della stagione. C’è, ad esempio, un Fiorentina-Atalanta che, a partire dalle aspirazioni dei due club, va considerato a tutti gli effetti un big match.
A meno, infatti, di stagioni al di sotto delle aspettative, è credibile immaginare che in questo match le due squadre potrebbero, ad esempio, giocarsi l’accesso all’Europa. Altra partita di cartello, piazzata in coda, è il derby fra Torino e Juventus, un unicum, quello di una stracittadina nell’ultimo turno di campionato, che a memoria di chi scrive non si è mai verificato nella storia della Serie A.
Se una della due squadre, o magari entrambe, stessero lottando per qualcosa di importante, questo derby fra Torino e Juventus piazzato alla fine del campionato diventerebbe una partita semplicemente destinata a passare alla storia.
Guardando alle ultime due stagioni, assume rilevanza anche la sfida fra Bologna e Inter. I felsinei, infatti, vanno ormai considerati a tutti gli effetti una squadra che dovrebbe lottare per le competizioni europee e dunque quella contro i nerazzurri potrebbe diventare, all’ultima giornata, una partita da dentro o fuori.
Ancora, ci sono almeno due partite che potrebbero definire la lotta salvezza. Parma-Sassuolo vede impegnate due squadre che, sulla carta, partono leggermente più avanti delle dirette competitor per mantenere la categoria, ma se qualcosa andasse storto si tratterebbe di un altro derby, in questo caso emiliano, all’ultimo respiro.
Più possibile, invece, che la sfida fra Lecce e Genoa possa regalare punti decisivi per la battaglia retrocessione: ecco allora la bolgia del Via del Mare per un ultimo scontro da dentro-fuori. Anche la penultima giornata è da segnare con il cerchio rosso, perché ci sono almeno due partite che promettono fuoco e fiamme.
La prima, è il derby di Roma. Come già detto nel caso della sfida della Mole fra Torino e Juve all’ultima giornata, è facile immaginare il livello di tensione di questo match se le due squadre arrivassero a 90 minuti dalla fine del campionato con qualcosa da giocarsi e questo derby a deciderne le sorti.
E poi, c’è Juventus-Fiorentina, un grande classico della Serie A, due tifoserie accanitamente nemiche e una storia che conta decine di trasferimenti, soprattutto da Firenze verso Torino, contraddistinti da un corollario di momenti passati alla storia.
Su tutti, storico quello di Roberto Baggio che, tornato al Franchi dopo essere passato alla Juve, prima si rifiuta di calciare un rigore, poi sbagliato dal compagno De Agostini e dopo, richiamato in panchina, raccoglie una sciarpa viola lanciatagli dagli spalti: una partita decisamente diversa dalle altre.