Giustizia sportiva: verso la riforma per evitare altri casi Juve

Quanto accaduto nella Serie A 2022/23 non deve più ripetersi. Sembra questa la convinzione della FIGC, intenzionata a evitare che eventuali penalizzazioni incidano sulle classifiche a campionati in corso. Ma trovare un accordo è difficile.

FIGC: urge riforma della giustizia sportiva

Martelletto, pallone da calcio e fischietto

La FIGC lavora per riformare la giustizia sportiva

Gli scenari assurdi a cui abbiamo assistito nella Serie A di calcio appena conclusa non devono accadere mai più. In Federazione Italiana Giuoco Calcio l’orientamento sembra chiaro, ovvero evitare a tutti i costi dei nuovi casi-Juve e situazioni di penalizzazioni date, tolte e poi ridate con danni incalcolabili alla regolarità del campionato e all’immagine stessa del calcio italiano.

Dall’altra parte, la giustizia sportiva deve necessariamente camminare con le sue gambe e non può mai avere le stesse tempistiche pachidermiche della giustizia ordinaria, avendo necessità di dirimere le questioni in tempi rapidi. Come si conciliano allora l’esigenza di verità con la garanzia della continuità dei campionati? Nessuno pare avere la soluzione in mano, anche se le proposte ci sono.

Sulla trattativa tra politica e Federcalcio, nei giorni scorsi sono trapelate indiscrezioni di uno stop agli interventi della giustizia sportiva a campionato in corso, ma alla fine la proposta è saltata. L’unico punto che può mettere tutti d’accordo è quello di evitare che eventuali penalizzazioni si applichino a campionati in corso, e siano invece rese effettive a fine torneo, dopo l’ultimo grado di giudizio.

Le colpe della Juve e quelle del calcio italiano

Non è questa la sede per determinare colpevoli e innocenti, ma alcune cose vanno dette. Le indagini in corso, e le intercettazioni disposte dai magistrati, hanno fatto luce su condotte indubbiamente almeno borderline da parte della dirigenza della Juventus, ma nessuno potrà mai avere la certezza che in altre società non succeda altrettanto, ad esempio su argomenti come quello delle plusvalenze.

C’è poi curiosità su come andrà a finire il ricorso al TAR da parte di Andrea Agnelli, la cui posizione è stata stralciata rispetto a quella della Juventus. Qualora fosse respinto, allora sarebbe la fine di Agnelli come dirigente sportivo e di una stagione di condotte manageriali sopra le righe. Ma se l’ex presidente bianconero dovesse riuscire a far valere le proprie ragioni?

Sarebbe la conferma che la giustizia sportiva non può mai soverchiare il diritto alla difesa. In tal caso, il calcio italiano dovrebbe seriamente interrogarsi e soprattutto darsi risposte rapide e drastiche. Perché tutti, dal procuratore Giuseppe Chinè ai vari organi giudicanti, fino al CONI e al Collegio di Garanzia dello Sport, sarebbero stati compartecipi di un caso giuridico-sportivo senza precedenti.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con i tuoi amici!
Articoli correlati