Come funziona l’atletica leggera in Italia
È considerata la “regina dei Giochi Olimpici”, con quasi cinquanta titoli assegnati durante la competizione. Eppure l’atletica diventa importante solo ogni quattro anni: ecco cosa succede nel frattempo.
Atletica, un mondo di grandi sacrifici
Quattro anni. È il tempo che un atleta professionista impegnato in specialità come salto in alto, 200 metri piani, marcia, lancio del peso, deve aspettare prima di poter prendere finalmente parte a una gara nella quale potrebbe ottenere un riconoscimento pubblico di grande portata.
Allenamenti, sacrifici, manifestazioni di vario livello: tutto, nella vita di un ragazzo, di una ragazza, che pratica atletica leggera si concentra su un unico, fantastico sogno, quello di poter partecipare, un giorno, a una manifestazione olimpica.
Certo, l’atletica leggera non è l’unico sport a subire questa discontinuità di attenzione, queste strane montagne russe che la pongono al centro dell’attenzione a cadenza quadriennale per poi essere dimenticata. È però quella, senza ombra di dubbio, che passa in maniera così radicale dall’essere considerata il momento più importante, più prestigioso, più emotivamente forte della più grande manifestazione sportiva del pianeta, all’oblio assoluto.
Per comprendere lo stacco totale che vi è fra le gare olimpiche di atletica e tutto quello che succede prima e dopo il momento delle Olimpiadi, basta pensare al nostro interesse personale, di chi scrive e di chi legge in questo momento, rispetto a queste gare.
Durante i Giochi Olimpici siamo tutti in fremente attesa che comincino le competizioni di atletica, e se serve ci svegliamo presto, o rimaniamo svegli fino a notte tarda, pur di non perderci gare mitiche come la finale dei 100 metri, o l’arrivo della maratona.
Eppure non faremmo mai la stessa cosa per sintonizzarci sui Golden Gala di Roma (per fare un esempio) vale a dire una delle gare di atletica extra-Olimpiadi più seguite del mondo. Esiste dunque uno scarto notevole, in termini di interesse, fra il seguito pubblico di questa disciplina durante le grandi manifestazioni, e tutto quello che invece “grande” non è.
Il mondo dell’atletica leggera però, com’è ovvio, funziona 365 giorni l’anno, ogni anno, e non soltanto in occasione di Olimpiadi, Mondiali o Europei. Gare, tornei, manifestazioni regionali, nazionali, internazionali, costituiscono il cuore della vita di ogni atleta.
Le competizioni e gli stipendi nell’atletica
Partiamo dagli stipendi. Un atleta italiano professionista, che abbia partecipato (o abbia l’ambizione di partecipare) a una competizione internazionale e che sia tesserato per uno dei corpi militari che gestiscono di fatto l’alto livello dell’atletica leggera in Italia guadagna una cifra intorno ai 1500 euro al mese.
Chiaramente si tratta di una valutazione media, e che non tiene conto di eventuali sponsorizzazioni e dei premi in denaro ricevuti grazie a eventuali vittorie e piazzamenti durante le manifestazioni. Atleti come Gianmarco Tamberi, Filippo Tortu, Marcell Jacobs, Nadia Battocletti, possono aumentare di un po’ questa cifra sia grazie alle loro prestazioni in pista che per l’indotto che deriva dallo sfruttamento della loro immagine.
Di certo, in ogni caso, non si tratta di molti soldi, e questo a fronte di un impegno sportivo importante, con allenamenti quotidiani pesantissimi e una gestione del fisico, fuori dagli orari di training, che non permette eccezioni, né sul fronte dell’alimentazione, né sul quello del riposo.
Le gare invece variano moltissimo, sia per dimensione della manifestazione che per tipologia, con la stagione invernale che prevede diverse manifestazioni indoor, per poi aprirsi alle strutture outdoor con l’arrivo della primavera.
Prendendo come riferimento il 2025, si spazia da eventi di portata nazionale, come le competizioni organizzate su e già per l’Italia (ad esempio il Memorial Giovannini di Ancona di qualche settimana fa, o la corsa campestre del Campaccio di inizio gennaio, vinta da Nadia Battocletti), alla Diamond League, il circuito di gare di atletica di eccellenza organizzato da World Athletics, la federazione internazionale, e che si snoda lungo quindici tappe in giro per il mondo fra aprile ed agosto.
In questo 2025, poi, c’è un evento importante, che ha cadenza biennale, ovvero i Mondiali di Atletica Leggera, previsti dal 13 al 21 settembre a Tokyo. Dunque la vita di un atleta di buon livello di un’annata questa si dividerà fra competizioni regionali e nazionali per trovare il ritmo, la partecipazione ai campionati assoluti italiani, il World Indoor Tour, le tante maratone in giro per il mondo e poi, in caso di convocazione, i campionati mondiali in Giappone.
In più, per agli atleti top nelle proprie discipline, c’è la già citata Diamond League, che è di fatto una competizione a inviti, nella quale vengono chiamati a partecipare i migliori atleti e le migliori atlete delle loro specialità sulla base dei risultati ottenuti nella stagione precedente.
Infine, c’è l’aspetto della preparazione in questo particolare periodo dell’anno: gran parte delle atlete top, così come dei loro colleghi uomini, in questa fase si allena al caldo, con una preferenza, soprattutto, per le isole Canarie: Tenerife, in inverno, è il regno dell’atletica leggera in letargo.