Il problema doping negli eSports e lo strano caso di Luca Zanasca

All’apparenza, il doping non dovrebbe avere nulla a che vedere con gli eSports, trattandosi di discipline e competizioni virtuali che si disputano da una postazione PC. Eppure non è così, anzi si parla di allarme.

Allarme doping negli eSports: cosa significa

Pastiglie, gaming room

Il doping negli eSports

Si tratta di uno di quegli argomenti che si tende a ignorare o a sottostimare, ma che improvvisamente possono diventare fonte di ansia e forte preoccupazione, in particolare per i genitori. Parliamo del fenomeno del doping che si va sempre più diffondendo anche negli eSports. Ovviamente non si parla dello stesso doping presente nello sport tradizionale, ma di qualcosa forse ancora più preoccupante.

Si tratta sempre di farmaci, che però non servono a sviluppare massa muscolare o a rendere più fluido il sangue, ma di aiuti (illeciti e decisamente pericolosi) per mantenere alta la concentrazione e farla durare di più, nelle lunghe sessioni di partite online. Anche se seduti su una poltrona ergonomica da PC, i gamer che si cimentano in competizioni di eSports sono sottoposti a stress forti e prolungati.

Infatti, già da tempo la ESIC (Esports Integrity Commission) ha messo al bando farmaci molto diffusi quanto pericolosi come, ad esempio, l’Adderall. Si tratta di uno stimolatore cognitivo che si usa per combattere l’iperattività e la sindrome da deficit di attenzione (ADHD), diffusissimo tra gli studenti universitari americani e già noto per moltissimi casi di dipendenza correlati.

Le sostanze più diffuse e il caso-Zanasca

Il problema di farmaci come l’Adderall, ma anche Provigil, Nuvigil, Ritalin e altri ancora, non è solo l’effetto collaterale della assuefazione diretta. Purtroppo, i ragazzi che sviluppano dipendenza da tali farmaci passano poi ad altro, a vere e proprie droghe con conseguenze devastanti, per loro e per le famiglie. Anche per questo, il mondo degli eSports è in lotta contro le cosiddette “smart drugs”.

Questo problema rischia oltretutto di inficiare il percorso di legittimazione che il settore eSports sta portando avanti da ormai diverso tempo, per vedere riconosciuti lo status di professionismo degli atleti di alto livello e persino l’inclusione tra le discipline olimpiche. A tal proposito, di recente in Italia abbiamo avuto il primo caso di doping che potremmo definire “trasversale”.

Si tratta di Luca Zanasca, quarantenne varesino che compete nella piattaforma Zwift, dunque un ciclista virtuale giunto 57° all’Esports World Championships 2023. Zanasca è anche un ex pistard e continua a gareggiare realmente in Mountain Bike. In un controllo fuori competizione, è stato trovato positivo allo Stanozololo, uno steroide anabolizzante sintetico. Scattata la sospensione cautelare da parte del TNA, che si estende anche agli eSports.

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