Istituto Superiore di Sanità: un italiano su tre gioca d’azzardo

È stato diffuso negli scorsi giorni lo studio sul gioco d’azzardo realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nell’ambito dell’accordo di ricerca scientifica con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’indagine è stata realizzata allo scopo di mettere in evidenza l’aspetto patologico del gioco e comprendere la portata del fenomeno a livello nazionale.

I dati: un italiano su 3 gioca d’azzardo

Il logo dell'Istituto Superiore di Sanità e una mano

Lo studio sul gioco d’azzardo realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità: i dati. ©shutterstock.com

Lo studio è stato realizzato su un campione rappresentativo della popolazione residente in Italia, comprendente 12.007 adulti e 15.602 tra i 14 e i 17 anni. Il campione è composto per il 47,6% da uomini e per il 52,4 da donne.

Dai dati è emerso che il 36,4% degli italiani (circa 18,4 milioni di persone) ha giocato almeno una volta nel corso dell’ultimo anno. Tra questi, i giocatori a basso rischio rappresentano il 4,1% della popolazione (2 milioni circa), mentre i giocatori a rischio moderato sono il 2,8% (1,4 milioni). Sono invece circa il 3% i giocatori problematici (1,5 milioni circa). Il restante 26,5% dei giocatori d’azzardo gioca in modo sociale e non rientra nelle categorie a rischio.

Negli ultimi dodici mesi il gioco ha interessato il 43,7% degli uomini ed il 28,7% della popolazione femminile. La fascia d’età in cui si gioca maggiormente d’azzardo è quella compresa tra i 40 e i 64 anni, mentre il 51,8% degli intervistati ha dichiarato di avere iniziato a giocare tra i 18 e i 25 anni.

Al Sud e nelle isole la maggior presenza di giocatori problematici

La ricerca ha evidenziato come nelle Isole ci sia la maggior percentuale di giocatori problematici, circa il 5,8%, a fronte di una percentuale minore di giocatori totali (35,8%). Segue il Sud, in cui la percentuale di giocatori problematici è del 4,6%. Cifre basse nel Centro Italia (1,7%), mentre nel Nord Ovest la cifra risale fino al 3% (in linea con la media nazionale). La percentuale minore di giocatori problematici si rileva però al Nord-Est, con circa lo 0,8%.

Lo studio ha coinvolto anche gli studenti compresi tra i 14 e i 17 anni, tra i quali sono circa 700mila quelli che hanno giocato d’azzardo nell’ultimo anno. Le percentuali maggiori di giocatori tra gli under 18 si registrano al Sud (36,3%) e nelle isole (29,9%), a seguire Centro (27,3%), Nord Ovest (25,8%) e Nord Est (20,2%).

La scarsa incidenza della pubblicità

L’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità ha inoltre messo in evidenza come solo il 19,3% dei giocatori ha dichiarato di aver iniziato a giocare dopo aver notato una pubblicità sul gioco d’azzardo. Il restante 80,7% ha invece asserito che la propria scelta di iniziare giocare è totalmente indipendente dalla pubblicità.

Un dato interessante e che sottolinea come la misura dello stop alle pubblicità sul gioco voluto dal Governo nel Decreto Dignità (in vigore dal 2019) possa rivelarsi scarsamente efficace nel contrasto al gioco patologico.

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