Decreto Dignità: l’AGCOM dà le linee guida sulla sua applicazione

Erano attese da settimane e finalmente sono arrivate: l’AGCOM ha comunicato le linee guida da seguire per quanto riguarda l’applicazione del controverso Decreto Dignità al campo delle scommesse e del gioco d’azzardo. Stop a pubblicità e gadget brandizzati rimangono, ma vengono individuate molte eccezioni per venire incontro ad addetti ai lavori e pubblico.

Le attesissime precisazioni dell’AGCOM

Il logo dell'AGCOM e la sede dell'agenzia a Napoli

L’AGCOM ha comunicato le linee guda applicative del controverso Decreto Dignità approvato dal Governo la scorsa estate.

Bookmaker e operatori del settore azzardo e scommesse guardavano ormai da moltissimo tempo in direzione di Napoli, sede dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM): a questa autorità amministrativa, infatti, era affidato il compito di dirimere le sezioni meno chiare del cosiddetto Decreto Dignità, approvato la scorsa estate dal governo giallo-verde, e che aveva gettato nel panico un intero settore, di fronte allo spauracchio del bando totale per qualsiasi forma di pubblicità diretta o indiretta ad attività di betting o gioco legale.

Naturalmente, la mancanza di chiarezza su un tema così importante metteva in gioco la permanenza stessa sul mercato di importanti player nazionali ed internazionali, con conseguenze a catena su bilanci, filiera produttiva, posti di lavoro. Polemiche, prese di posizione, fronti a favore o contro la stretta legislativa sul settore si sono susseguiti dal giorno dopo l’approvazione del decreto. Si spera che, con la pubblicazione delle linee guida da parte dell’AGCOM avvenuta questa settimana, la situazione possa finalmente chiarirsi a beneficio di tutte le parti in causa.

Cosa chiarisce l’intervento di AGCOM

Le linee guida sull’applicazione del decreto rese note da AGCOM vanno in due direzioni: la conferma del divieto di pubblicità da un lato e la presenza di importanti esclusioni dal veto dall’alto. È stata ratificata infatti la permanenza del divieto di qualsiasi forma di pubblicità e sponsorizzazione (anche indiretta), di comunicazione con contenuto commerciale di qualsiasi gioco con vincita in denaro da parte di influencer di ogni tipo e anche il divieto a gadget brandizzati. Contemporaneamente, però, sono state comunicate alcune esenzioni dal divieto, che intendono rafforzare la tutela del consumatore, il contrasto al gioco patologico, la comunicazione commerciale business to business, le fiere di settore, le comunicazioni e l’uso del marchio che identifica il gioco legale. Nello specifico, le esenzioni riguardano:

– le comunicazioni commerciali business to business, comprese quelle sugli organi di stampa (anche online) specializzati;

– l’organizzazione di fiere di settore destinate agli addetti ai lavori;

– le comunicazioni di responsabilità sociale, e quindi le campagne informative sui giochi vietati o proibiti ai minori, quelle sul gioco patologico, i rischi di truffa e usura, la formazione e la prevenzione della ludopatia e le cautele verso i giocatori problematici;

– la comunicazione cause-related, in cui gli addetti ai lavori vengono citati in quanto finanziatori di progetti a carattere sociale e/o benefico, ma senza esposizione di marchio e logo;

– casi in cui il singolo bookmaker e il suo marchio sono collegati ad attività non connesse con il loro core-business e autonome da esso, purché non ci siano ambiguità in merito e non compaiano elementi che evochino il gioco, ad eccezione del nome del bookmaker stesso;

– determinati e circoscritti tipi di televendita, a patto che riguardino la concessione della licenza o la conclusione del contratto di gioco.

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