Infografica sulla vita di Diego Armando Maradona, ricostruita secondo la prospettiva dell'atleta, l'uomo e il personaggio pubblico.

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Diego Maradona, la Storia dipende dalla prospettiva

Diego Armando Maradona è stato il Dio del calcio. La sua vita, tra alti e bassi, non è stata sempre fortunata ma lui resta un leader in campo e un’icona dello sport mondiale.

Maradona atleta, “El pibe de oro”, è stato il più grande campione di calcio di tutti i tempi. Nato poverissimo a Lanus nel 1960 ha vissuto anni sfolgoranti tra il Napoli e la Nazionale di calcio argentina. I suoi primi campionati nell’Argentinos jr., i successivi due nella squadra di Buenos Aires Boca Juniors e il primo Mondiale del 1978 rendono il suo nome già famosissimo in tutto il Sudamerica.

Il successivo passaggio, un po’ reso opaco da alcuni infortuni, al Barcellona lo fa conoscere al pubblico europeo. Ma l’anno della svolta è il 1984. Con un’azione di mercato spregiudicata l’allora Presidente del Napoli, Corrado Ferlaino, porta Diego nella squadra cittadina con una presentazione, a stadio stracolmo, del nuovo idolo delle folle memorabile.
Maradona riesce nell’impensabile: porta a Napoli due scudetti (1987 e 1990), una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa Uefa.

Il suo preparatore atletico, Elvio Palorosso, parla di una condizione fisica impressionante per cui anche al 30% Diego era molto più forte di tanti altri giocatori famosi del tempo.

Nel 1986 il suo capolavoro con la Nazionale: non solo vince i Mondiali in Messico ma segna, di mano, il suo gol più famoso contro l’Inghilterra (la famosissima Mano de Dios). E in questi Mondiali, Diego hai il suo momento di maggior splendore con prestazioni individuali da scuola del pallone. Proprio per il suo estro, oggi Maradona sarebbe stato anche uno dei protagonisti delle scommesse live sul calcio e antepost, così come lo sono bomber come CR7 o Lewandowski. E qualcosa ci dice che, anche nel mondo del betting, avrebbe stabilito un proprio primato.

È a proposito di primati, è proprio dell’anno prima, una delle premiazioni che più è rimasta nel cuore degli italiani. Nel 1985, Maradona si aggiudicò l’“Oscar Mondiale dello sport”, ricevuto presso il casinò di Sanremo. Evento che al momento sarebbe difficile vedere in un luogo simile, visto la crisi che ha colpito i casinò fisici, decretando molte chiusure, a favore di una domanda sempre più crescente dei siti di casinò online.

Con la finale persa nel 1990 a Roma contro la Germania qualcosa cambia: Maradona accusa il colpo e iniziano i suoi problemi con la droga con una sorta di fuga notturna (organizzata in pochissimo tempo) dopo una positività alla cocaina riscontrata in una partita con il Bari, al San Paolo, nel marzo del 1991.

Da lì la sua carriera avrà molti bassi (con un passaggio al mondiale di USA 94 sempre concluso con una squalifica per doping) ma quei sette anni al Napoli e in Nazionale hanno segnato il suo percorso rendendolo il calciatore più conosciuto e amato. I paragoni con Pelè, Platini e poi Messi sono giustificabili ma mai hanno scalfito la sua leggenda. Paragoni che sul piano tecnico diventano improponibili soprattutto coi campioni di oggi, non solo per un gioco e un metodo di allenamento completamente diverso, ma anche per la quantità di partite disputate in una stagione.

C’è stato un incremento notevole che si può osservare semplicemente confrontando un calendario calcistico degli anni ‘80/’90 con uno moderno, oppure entrando in uno dei nuovi siti scommesse ADM in Italia per vedere l’infinità di match a disposizione in una singola settimana. Ed è un peccato, perché con minuti in più a disposizione, chissà quante altre perle ci avrebbe regalato Maradona.

Il Maradona privato: tra droga e politica

Maradona uomo è stato molto controverso. La sua dipendenza dalla cocaina, iniziata nel 1982, ha interferito sia nella vita da calciatore che in quella privata, vissuta con grandi eccessi. Anche la sua vita amorosa è stata molto movimentata: il matrimonio con la fidanzatina di sempre, Claudia Villafane, è naufragato dopo anni di tradimenti di lui e tanti figli illegittimi.

Ma Diego è stato anche un uomo molto amato, da compagni e amici. Ciro Ferrara, suo compagno negli anni d’oro a Napoli dice di lui: Maradona era un Dio ma nessuno è stato più umano di lui.

Nel 2000, in un momento molto delicato, Maradona viene accolto da Fidel Castro a Cuba, grande amico e ispirazione politica. Diego, sulle orme di Che Guevara, ha un’idea molto anti-imperialista che espone veementemente in interviste e dichiarazioni. Appoggia, in maniera molto forte, anche Hugo Chavez in Venezuela di cui diventerà grande sostenitore e amico.

Il Maradona privato, quindi, è un uomo fragile e dipendente ma non si può puntare il dito solo su questo aspetto senza cogliere la grandezza del personaggio in toto.

L’impatto di Maradona nella cultura argentina e nella città di Napoli

Maradona ha cambiato il calcio e la cultura calcistica, ha messo a nudo fragilità ed è stato il migliore. Lasciata l’Argentina nel suo periodo peggiore (dittatura, desaparecidos, omicidi) il Maradona uomo si fonde con il calciatore rendendo ogni gol e ogni vittoria memorabile.

Una città come Napoli, da sempre inferiore e distrutta dalla camorra e dalla criminalità in strada, vede la luce attraverso il pallone.

Una vera e propria lotta di classe che Maradona porta avanti da leader, non solo in campo. Diego non è solo un trequartista dalla classe cristallina ma è anche, infatti, una filosofia di vita. Un vero e proprio fenomeno di massa che porta la città di Napoli a uscire a testa alta non solo dagli scontri negli stadi ma nella vita. Una speranza di riscatto, di portare luce nei quartieri, di risollevare sorti grazie a un uomo venuto da lontano che gioca a calcio come nessuno mai.

Ancora oggi Diego è venerato come un santo, con edicole votive e santini.

Proprio per questo, sia in Argentina che a Napoli, la figura di Maradona non sarà mai solo calcistica. Un fenomeno che travalica i novanta minuti non potrà mai essere considerato solo un calciatore ma un’icona di lotta e amore, fuori da ogni contraddizione e da ogni debolezza privata.